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martedì 31 gennaio 2017

Recensione: "La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola" di Raphaelle Giordano






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La tua 
seconda vita 
comincia 
quando capisci 
di averne una sola
di Raphaelle Giordano 
pagine 240 circa
prezzo 16.90€ 
eBook 9.90€
Garzanti 
voto:
★★★★☆
..o..

Ci sono giornate in cui tutto va storto. 
È così per Camille, quando sotto un incredibile diluvio si trova con l’auto in panne e senza la possibilità di chiamare nessuno. Tutte le sfortune del mondo sembrano concentrarsi su di lei. Ma Camille non sa che quello è il giorno che cambierà il suo destino per sempre. Un uomo le offre il suo aiuto. Si chiama Claude, e si presenta come un «ambasciatore della felicità». Le dice che lui è in grado di dare una svolta alla vita delle persone. Camille sulle prime non dà peso alle sue parole. 
Eppure, riscoprire la bellezza delle piccole cose renderebbe tutto più facile: l’aiuterebbe ad andare di nuovo d’accordo con il figlio ribelle e a ritrovare la sintonia di un tempo con il marito. Così decide di ricontattare Claude e di seguire le sue indicazioni. Per liberarsi delle cattive abitudini c’è ogni giorno un semplice esercizio da compiere, un piccolo passo alla volta: ripercorrere le sensazioni di un momento felice, guardarsi allo specchio e farsi dei complimenti, contare tutte le volte che ci si lamenta durante la giornata. 
A volte basta solo ringraziare per quello che di buono accade, dal profumo del caffè la mattina a una realizzazione personale. Camille comincia a mettere in pratica questi consigli, e intorno e dentro di lei qualcosa succede. Con il sorriso sulle labbra, non è più così difficile parlare con suo figlio e riscoprire con suo marito i motivi per cui si erano scelti. Ma c’è una cosa ancora più importante che Camille ha imparato. Non c’è felicità se non la si divide con qualcuno. 
Questo è davvero l’ultimo tassello per fare di ogni giorno un giorno speciale, di ogni istante un istante da ricordare. Un debutto che è un caso editoriale unico. Con più di 200.000 copie vendute a pochi giorni dall'uscita, ha scalato le classifiche francesi solo grazie al passaparola. La stampa ha poi consacrato il suo successo.

Love this...:


Considerazioni.
E' così facile essere felice? 
A sentire Camille - la quale ha deciso di prendere una scorciatoia nei boschi per tornare a casa dopo il lavoro (ideooona di quelle capitano probabilmente solo a me e a lei), il cui navigatore ha deciso di abbandonarla proprio nel momento del bisogno e che quindi si trova con la macchina in panne (gomma bucata) e senza alcuna possibilità di chiamare qualcuno che la possa aiutare (il cono del silenzio la circonda) - non crede che la felicità sia cosa da cogliere in un bosco nei dintorni di Parigi, facendo un lavoro part-time che non la soddisfa.

Con un bernoccolo sulla fronte, causata dalla botta contro il volante, Camille, non vedendo sopraggiungere nessuno sulla scorciatoia (che ha genialmente intrapreso), decide di andare a cercare aiuto e cammina fino ad una graziosa abitazione. Suonato il campanello Camilla viene accolta da un uomo gentile e disponibile di nome Claude Dupontel, che le offre il telefono per chiamare l'assistenza dell'assicurazione e un posto caldo dove aspettare i soccorsi.

Ma ad un certo punto in Camille qualcosa si spezza e vuoi la giornataccia, vuoi il passato che ha accumulato un po' di felicità di situazioni e persone ... Camille scoppia a piangere di fronte a Claude, il quale non si scompone più di tanto, ma anzi le dice che sa quale può essere il suo problema, ovvero: abitudine acuta.

[...] Abitudine acuta. E' una malattia dell'anima che colpisce sempre più persone nel mondo, soprattutto in occidente. I sintomi sono quasi sempre gli stessi: calo motivazionale, incupimento cronico, perdita di punti di riferimento, difficoltà a essere felici nonostante il benessere e l'abbondanza di beni materiali, disincanto, stanchezza ... [...]
-   da "La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola"
di Raphaelle Giordano
Claude si dice infatti essere un abitudinologo e quindi in grado di guarire quelle persone che hanno la felicità a portata di mano, ma che non riescono a godersela e si sentono per questo infelici. Sebbene Claude si dimostri interessato ad insegnarle il metodo per essere felice, Camille  (pur prendendo il suo biglietto da visita) lo lascia con la promessa di pensarci su, ma non tropo convinta.

Tornata alla città e alla sua vita quotidiana, Camille, dalla mattina successiva, pensa più volte alle parole di Claude. Ci pensa quando Sèbastien, la sua dolce metà che non ha tempo per darle retta e ci pensa quando Adrien, il figlio di nove anni che lei e il marito hanno cresciuto con il metodo Dolto (ovvero senza regole) e ormai divenuto ingestibile hanno ormai sovraccaricato di regole e divieti. Continua ancora a pensarci per tutta la settimana successiva, fino a quando non prende il biglietto da visita di Dupontel e gli telefona, prendendo appuntamento con lui.

Camille non riesce infatti a capacitarsi di come (e quando) abbia potuto ritrovarsi ad essere profondamente infelice, anche quando non avrebbe in realtà motivo. Alla soglia dei quarant'anni, infatti, è una donna che ha un lavoro a tempo indeterminato, che ha un marito che è ancora al suo fianco e che la ama ed un figlio che nonostante tutto è ciò che ama più al mondo. Però continua a dire, e a dirsi, che tutti va abbastanza bene. Abbastanza.

Seguendo la teoria dei "piccoli passi":

1. Ripulitura o Bianco totale
2. Circolo virtuoso versus circolo vizioso
3. Stilare un elenco delle proprie qualità
4. Affrontare i piccoli imprevisti / fare le smorfie davanti allo specchio
5. Mai senza il mio corpo
6. Brontolaio
7. Presente
ecc...

e i consigli non proprio convenzionali di Claude (anche perché sono a un buon prezzo), ecco che Camille incomincia (incredibilmente) a risalire la china della auto diagnosticata "depressione/malinconia/quieta disperazione" e risolvere non solo i problemi con se stessa, ma anche con le persone che ama, cercando di trovare spazi e tempo per loro, nonostante tutto e per il bene di tutti.

Il bello di questo libro, la sorpresa, è che è stato davvero capace di cambiare da un momento all'altro, fino alla fine. All'inizio della sua lettura pensavo che fosse una specie di trattato zen, che volesse convincermi a provare ciò che fino a questo momento ho volontariamente rifuggito, ovvero la meditazione e il tempo per se stessi, ed invece, alla fine, si è mostrato decisamente diverso da tutto questo. 

"La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola" è un romanzo piacevole, che non impone nulla (come invece si potrebbe pensare), bensì semplicemente vuole dirci di prendere la vita con maggiore calma, non cercando la felicità in posti strani o in paesi lontani e misteriosi, ma in noi stessi, nella vita quotidiana (nonostante i mille casini) e nella bellezza dei piccoli momenti in cui inciampiamo ogni singolo giorno. Anche se tutto questo può apparire monotono e sempre uguale, in realtà non lo è affatto, in quanto ogni giorno è diverso e se gli concediamo la possibilità si esser guardato diversamente, allora apparirà così.

Ovviamente non vi dirò nulla della fine. Non potrei mai rovinare la sorpresa a tutti coloro che lo vorranno leggere, ma sappiate che è un romanzo davvero sorprendente, che si legge velocemente (in un giorno), scritto con brio e divertente ironia, in grado di cambiare le carte in tavola e mostrarsi sorprendente. Davvero consigliatissimo!!!!


pastels:


Raphaëlle Giordano
Scrittrice, artista, pittrice, coach di creatività, ha scritto il suo primo romanzo, La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola, sul tema che le è più caro: l’arte di trasformare la propria vita per trovare la strada del benessere e della felicità.

2 commenti :

  1. Libro piatto, banale e assolutamente sopravvalutato

    RispondiElimina
  2. Io lo ricordo piuttosto lento, ma comunque intenso e coinvolgente. Magari non era il libro giusto per te ... mi spiace! Spero tu possa trovare al più presto una bella storia che faccia al caso tuo!
    Endi

    RispondiElimina

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