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martedì 27 dicembre 2016

Buone feste!!!!



Anche se con un po' di ritardo ... sono qui, con questo post, a farvi gli auguri di Buone Feste!! Si perchè anche quest'anno siete stati impagabili, generosi, gentili e davvero molto, molto affezionati al mio piccolo blog.

E siccome vi adoro per tutto il supporto che mi reglate ogni giorno, vorrei quindi cogliere occasione per  ringraziarvi di cuore per i consigli, per il sostegno, per la gentilezza che mi avete dimostrato quest'anno.

Grazie di cuore!!!


con la speranza che 
il 2017 per voi
possa voler dire


sperando che 
anche per voi arrivi 
quello che 
anche io sto cercando... 
nelle scelte
di ogni giorno
e di quelle che ti cambiano 
la vita ...
 ovvero essere


spero inoltre 
che non vi possa
mancare
qualcosa di per 
me miracoloso,
ovvero


E poi 
vorrei che mai 
dimenticaste che ...


 e quindi,
ancora una volta
vi auguro ...


BuOne Feste 
e
Felice 2017!!!
a tutti voi
💝
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..o..


sabato 24 dicembre 2016

Recensione: "Panna nel Grande Giardino" di Carlotta De Melis e Miss Cecip Art



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Panna
nel
Grande Giardino

di Carlotta De Melas
illustrazioni di Miss Cecip Art

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pagine 40
prezzo 14.00€
Rapsodia Edizioni
già disponibile

voto:
★★★★★
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Chi è Panna? 
E' una bambina piccola, non solo d'età: a occhio nudo nessuno la vedrebbe nel Grande Giardino, dove c'è la sua casa, un Tulipano Rosa. 
Panna decide di andare alla ricerca di un regalo speciale per il compleanno della mamma. Ha tante idee... 
Nella ricerca Panna si perde fra piante e fiori che non ha mai visto prima. Aiutati dalla quadra colibrì e lucciole, i genitori ritrovano Panna.  
Fra lwe braccia di Mamma e Papà, Panna parla della sua avventura e scopre qual è veramente il regalo speciale... 
Scopriamo insieme qual è?

presentazione del libro "Panna nel Grande Giardino" di Carlotta De Melis e Miss Cecip Art



Considerazioni.
Per questa Vigilia di Natale vorrei raccomandarvi un libro illustrato, che mi ha colpito non solo per le immagini (davvero molto, molto ma molto carine) ma anche per la sua sua protagonista dolcissima e per la sua storia avventurosa e perfetta per tutti i bambini, anche quelli un po' cresciutelli, ma che amano tornare indietro nel tempo ...

Carlotta De Melis e Miss Cecip Art hanno infatti creato una storia semplice, tenera, dai colori tenui, con personaggi dal carattere spumeggiante, generoso, amorevole e disposti a spostare montagne e fare tutti i grandi gesti necessari per salvare coloro che amano da inaspettati pericoli. Già, perchè "Panna nel Grande Giardino" contiene tanto divertimento, tante avventure e soprattutto tanto, tanto amore: dalla cura per i dettagli grafici a quelli per i disegni armoniosi, dalla caratterizzazione dei personaggi sino ad arrivare alla storia in se stessa, che ho apprezzato dalla prima all'ultima pagina.

Panna in primo luogo è stata il personaggio a cui mi sono sentita da subito maggiormente legata, non solo per il suono del suo nome, che riempe di dolcezza il cuore quanto lo si pronunica, ma anche perchè è una bambina sveglia, molto curiosa, che ama la natura in cui vive e non riesce a provare un briciolo di odio o di cattiveria nei confronti di nesssuno ... è proprio contro la sua natura!!!
... Ma devo dire che anche la mamma ed il papà di Panna non sono niente male, sempre pronti a difendere Panna, a proteggerla da quanto possa capitarle di brutto, ed infatti non appena si accorgono che Panna non torna a casa  ... si precipitano ad andare in suo soccorso chiamando in aiuto anche gli amici Colobrì e le Lucciole, che li guidano in aiuto di Panna...

Ho trovato "Panna nel Grande Giardino" una grande, bella e avventurosissima storia, ben strutturata, ben elaborata, ben bilanciata e con dei disegni che esprimono esattamente l'animo della storia e dei personaggi.

A mio parere è una bella occasione per leggere un valido racconto, con il pregevole fatto di essere TUTTO italiano, intriso di tematiche interessanti e intelligentemente affrontate (come  l'amore, l'amicizia, il rapporto con i genitori, la novità, il senso di perdita, ecc...) che vi regalerà dei bei momenti in compagnia di personaggi che non dimenticherete e disegni di cui vi innamorerete.

 Assolutamente consigliato!!!!

dal libro "Panna nel Grande Giardino" di Carlotta De Melis e Miss Cecip Art

 

Carlotta De Melas

Libraia di Sanremo. Autrice di libri per ragazzie e curatrice di rassegne, eventi, corsi e laboratori per bambini atti a promuovere la creatività e la fantasia.
Miss Cecip Art

Illustratrice pugliese, si dedica ai sogni dei bambini per renderli reali e concreti attraverso i suoi disegni.

venerdì 23 dicembre 2016

Avviso Blogtour RObin HObb!!


Vince IL RITORNO
Alexandra Scarlatta!
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Vince LA VENDETTA
Marco Smeraldi!
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Avete tempo fino al 7 gennaio per mandare a info.liberarcanus@gmail.com il vostro indirizzo a cui volte che venga inviato il libro.
Grazie a tutti 
per aver partecipato a questi eventi dedicati a Robin Hobb e i suoi ultimi romanzi!



Recensione: "Il Labirinto degli Spiriti" di Carlos Ruiz Zafón



Carissimi lettori, prosegue la recensione della serie, iniziata con la recensione "L'Ombra del Vento" e proseguita con "Il Gioco dell'Angelo" e "Il Prigioniero del Cielo". Mi raccomando continuate a seguirmi!

E adesso eccovi la recensione del terzo libro! Come sempre, buona lettura cari lettori!!

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Il 
Labirinto
degli Spiriti
di Carlos Ruiz Zafón
pagine 832 circa
prezzo 23€
eBook 10.99€
Mondadori
già disponibile
voto:
★★★★★
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La Serie "Il Cimitero dei Libri Dimenticati" è composta da:
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1. The Shadow of the Wind -  L'ombra del vento
2. The Angel's Game - Il Gioco dell'Angelo
3. The Prisoner of Heaven - Il Prigioniero del Cielo
4. El laberinto de los espíritus - Il labrinto degli spiriti
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Barcellona, fine anni '50.
Daniel Sempere non è più il ragazzino che abbiamo conosciuto tra i cunicoli del Cimitero dei Libri Dimenticati, alla scoperta del volume che gli avrebbe cambiato la vita. 
Il mistero della morte di sua madre Isabella ha aperto una voragine nella sua anima, un abisso dal quale la moglie Bea e il fedele amico Fermín stanno cercando di salvarlo. 
Proprio quando Daniel crede di essere arrivato a un passo dalla soluzione dell'enigma, un complotto ancora più oscuro e misterioso di quello che avrebbe potuto immaginare si estende fino a lui dalle viscere del Regime. È in quel momento che fa la sua comparsa Alicia Gris, un'anima emersa dalle ombre della guerra, per condurre Daniel al cuore delle tenebre e aiutarlo a svelare la storia segreta della sua famiglia, anche se il prezzo da pagare sarà altissimo. 
Dodici anni dopo L'ombra del vento, Carlos Ruiz Zafón torna con un'opera monumentale per portare a compimento la serie del Cimitero dei Libri Dimenticati. 
Il Labirinto degli Spiriti è un romanzo inebriante, fatto di passioni, intrighi e avventure. Attraverso queste pagine ci troveremo di nuovo a camminare per stradine lugubri avvolte nel mistero, tra la Barcellona reale e il suo rovescio, un riflesso maledetto della città. 
E arriveremo finalmente a scoprire il gran finale della saga, che qui raggiunge l'apice della sua intensità e al tempo stesso celebra, maestosamente, il mondo dei libri, l'arte di raccontare storie e il legame magico che si stabilisce tra la letteratura e la vita.

Pont dans la brume:


Considerazioni.
E' anche con questa bellissima serie ... siamo arrivati alla fine.

E se posso fare una considerazione prima ancora che la recensione abbia avuto luogo ... devo dire che mi quest'ultimo romanzo mi è davvero molto, ma molto piaciuto!!!

Chiudendo il cerchio delle varie storie imbandite nei volumi precedenti, ecco che "Il Labirinto degli Spiriti" ci riporta nel mondo del Cimitero dei Libri Dimenticati e nella vita e nell'universo che ruotano intorno a Daniel Sempere, ormai sposato con l'amata Bea e con accanto l'amico Fermín, con lo scopo di risolvere tutti quegli enigmi che fino ad ora sono rimasti in sospeso ...

Per entrare nelle specifico, tutto ha inizio con la voglia e la necessità, per Daniel, di risolvere il mistero circa la morte della madre, Isabella. Sia Bea che Fermín, infatti, non hanno saputo colmare quel vuoto e quella dolorosa ferita che Daniel non riesce a chidere con la verità degli accadimenti.

Sebbene una parte della verità sulla madre, Daniel, l'avesse compresa nel romanzo "Il prigioniero del cielo" lasciandolo però ancor più amareggiato e rabbioso nei confronti di quando accaduto ad Isabella, è proprio in questo libro che Zafón ci mostra uno scenario molto più complesso, sfaccettato e diverso di quanto ha condotto Isabelle tre le braccia della morte, per lo più per colpa dell'amore ed intrecciato a segreti, intrighi, vendette, complotti che da sola non era in grado di contrastare.

E proprio per rendere ancor più protagonista della storia, alla linea narrativa principale - ovvero quella di Daniel - Zafón intreccia quella, che conduce ad Isabella, di un'altra donna: Alicia Griss.

Alicia Griss scopriamo essere una donna giovane, di circa ventisette anni, chiamata ad indagare sulla corruzione dilagante ed in particolare sulla scomparsa del ministro Don Mauricio Valls, Alicia è una donna intelligente, pragmatica, intuitiva e molto coraggiosa, ma ciò che la contraddistingue è il fatto che sebbene sia profondamente e incontrovertibilmente segnata dalla guerra, dalla solitudine e dal lavoro non cede mai ed è determinata a scoprire gli inganni - ed indagare - su quanto accade oltre le apparenze...

Nel suo indagare Alicia inciampa casualmente in Daniel - al quale scopriamo essere legata, oltre a Fermin - ed insieme non potranno più tornare indietro sulla strada che porta dritto dritto alla risoluzione del mistero che Daniel sta cercando di risolvere...

Devo confessarvi il fatto che "Il Labirinto degli Spiriti" è stato un romanzo superbo. Non solo non mi aspettavo un romanzo così intenso, ma si è rivelato una sorpresa di personaggi e di intenti. Si, perchè onestamente credevo che rimanesse decisamente più legato alla figura di Daniel, che ovviamente ne è il protagonista, ma introducento la figura di Alicia, le ha permesso e concesso di divenire anima essenziale della storia.
Ed è stata l'idea vincente, perchè Alicia è un personaggio bellissimo, intenso, decisamente umano, complesso che la vede crescere in una cupa Barcellona, allontanarsi verso Madrid per poi tornare, grazie ad uno strano e raro libro intitolato “Il labirinto degli spiriti. Ariadna e il Principe Scarlatto” nuovamente nella sua cara, vecchia e cupa Barcellona.

Certo non è la spensierata Barcellona che conosciamo oggi, l'ambientazione del romanzo, ma una vecchia e stanca città piegata dal totalitarismo, sfinita dalla giustizia che non è tale, dove i principi dell'onore e del ragionevole dubbio non contano nulla e dove la polizia è corrotta e avvezza alla tortua per ottenere quello che vuole. Ma rimane comunque una Barcellona scoprire per quanto ha - narrativamente - da offrire.

Ritengo che, insieme al primo romanzo, questo sia il più ben riuscito di questa tetralogia, in quanto non solo mi ha regalato una storia che ricordo ancora con molto piacere, ma mi ha saputo stupire con l'introduzione di nuovi personaggi magnetici, ben caratterizzati, riuscendo ad amalgamare le loro storie a quelle passate che già conoscevamo bene dai romanzi passati. Non ho sentito per nulla queste 800 e passa pagine, sia per lo stile fluido e semplice che mi ha affascinato, catturato e conquistato dalla prima all'ultima riga, ma anche solo per la semplice bellezza delle ambientazioni, nonchè per la mole di segreti e di virate della trama.

Ve lo consiglio caldamente!!!


moment heavy-the fog gives the illusive idea that the photo is heavy, and muggy and sad feeling like a weight on your shoulders:




Carlos Ruiz Zafón 

Completati gli studi in un collegio di gesuiti a Barcellona, inizia a lavorare nella pubblicità, diventando direttore creativo di una importante agenzia. Inizia la sua carriera letteraria nel 1993 con Il principe delle nebbie, prima parte della trilogia della nebbia. Nel 2001 esce il primo romanzo per adulti, L'ombra del vento, che si trasforma subito in un fenomeno letterario internazionale con otto milioni di copie vendute nel mondo.
Nel 2008 con Il gioco dell'angelo il successo viene confermato. Il 2009 è l'anno di Marina, seguito da Il Palazzo della Mezzanotte (2010), Le luci di settembre (2011), Il principe della nebbia (2011). Le sue opere sono state tradotte in più di quaranta lingue e hanno ottenuto prestigiosi premi e riconoscimenti internazionali. Nel 2012 esce in Italia la terza parte della saga inaugurata con L'ombra del vento: è Il prigioniero del cielo.
Nel 2013 Mondadori riunisce in un volume i tre romanzi della Trilogia della nebbia, che si conlcude nel 2016 con l'uscita, sempre per Mondadori, de Il labirinto degli spiriti.
Zafón vive a Los Angeles dal 1993 dove scrive anche sceneggiature di film per Hollywood. Collabora regolarmente con i quotidiani spagnoli El País e La Vanguardia.
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giovedì 22 dicembre 2016

“Caffè & Chiacchiere con Emma”

Ecco che oggi, proprio con l'avvicinarsi del Natale, torna a sorpresa una rubrica molto gradita da voi lettori/lettrici, con un bellissimo racconto natalizio!!!

Vi lascio alla lettura del post e vi auguro un buon proseguimento!!!

Care amiche,

dopo una lunga assenza riapro questa rubrica dedicata a voi con un racconto ispirato al Natale, con il quale desidero augurarvi tanta gioia e serenità!!!
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Un bacio sotto il vischio
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Luca era il mio idolo, ai tempi del liceo, quando ero una ragazzina piuttosto insignificante con l’apparecchio ai denti, gli occhiali e piatta come una tavola. La tipica studentessa secchiona e bruttina che nessuno si fila.
   Lui, invece, era già un gran fico e le ragazze lo adoravano.
   La sua indifferenza mi faceva soffrire e avrei dato qualunque cosa pur di ricevere un suo sguardo, un sorriso, una parola gentile. Mi batteva forte il cuore ogni volta che lo incontravo nel corridoio, sempre circondato dalla sua piccola corte di ammiratrici, ed ero talmente emozionata da non riuscire a spiccicare parola. Insomma, non ero soltanto bruttina, ero anche timida come un coniglietto. Si sa, l’adolescenza è un periodo di affanni e tormenti, ma per me era uno stillicidio quotidiano di angoscia.
   Col tempo il mio aspetto era molto migliorato, ma dopo il diploma Luca era scomparso dal mio orizzonte e non era altro che un pallido ricordo. I problemi sentimentali dei quindici anni erano ben poca cosa, al confronto dei problemi esistenziali di una trentacinquenne divorziata e delusa decisa a rimanere single, con una sorella felicemente sposata che non perdeva l’occasione di ricordarmi quanto fosse importante la famiglia e che dovevo darmi una mossa se non volevo fare la fine di zia Renata. A dire la verità, non ritenevo che la zia fosse da compiangere. Alla soglia dei settanta anni era piena di vitalità, viaggiava e aveva un sacco di amici con cui si divertiva, oltre ad avere un aspetto sempre molto curato e sembrare più giovane della sua età. Ma Lidia era convinta che in realtà fosse infelice e mi dava il tormento perché non seguissi il suo esempio. Era del parere che il mio matrimonio fallito non dovesse condizionare le mie scelte, che il mondo fosse pieno di uomini con cui avrei potuto avere una relazione seria e duratura, che chiudermi dentro un bozzolo era autolesionista.
   Armata delle migliori intenzioni, mia sorella voleva a tutti i costi trovarmi marito. Con o senza la mia approvazione.

Si avvicinava il Natale e Lidia decise di organizzare il tradizionale cenone della Vigilia nella sua casa di campagna.
   Ovviamente mi chiese di aiutarla. Lidia non è il tipo di sorella che si preoccupa di chiedere se hai altri impegni. Nel momento in cui decide di fare qualcosa e ritiene di avere bisogno di te, dà per scontato che tu sia a disposizione.
   «Mi dispiace, ma non posso venire.»
   «Come sarebbe che non puoi venire?»
   «Significa che vado a cena coi miei amici. Sono sicura che per una volta potrai fare a meno di me.»
   «Dai, sorellina, non essere egoista. Gli amici sono forse più importanti della tua famiglia?»
   «Certo che no, ma ho promesso sarei andata e non mi va di rinunciare.»
   «Ma è il cenone della Vigilia e l’abbiamo sempre celebrato insieme.»
   «Appunto.»
   «Te lo chiedo per favore, Bianca, vieni e non te ne pentirai.»
   A quel punto capii di non avere alternative. «D’accordo, vengo.»
   «Oh, grazie! Mi raccomando, sta’ attenta e guida con prudenza. A presto.»
   Due minuti dopo telefonai a Laura per avvisarla della mia defezione con la scusa che avevo l’influenza, poi con un sospiro esasperato infilai un po’ di cose in una borsa, salii in macchina e partii.
   Conoscevo la strada che portava all’eremo di mia sorella, ma nevicava ed ero irritata perché le avevo permesso di nuovo di interferire nelle mie faccende personali, così rimuginando fra me dimenticai di svoltare al bivio e passai oltre. Mi accorsi di aver sbagliato solo dopo parecchi chilometri, quando arrivai in un piccolo paese. Per fortuna c’era un bar sulla piazzetta e, lasciata la macchina, entrai per chiedere indicazioni. I pensionati che giocavano a carte furono molto disponibili a fornirmele. Anzi, me ne diedero tante e così diverse fra loro che mi confusero le idee. Una però mi fu chiara: dovevo fare il giro del paese e tornare indietro fino al bivio.
   Ripresi il viaggio, più avventuroso del previsto, e man mano che mi avvicinavo alla meta in mezzo al fitto vorticare della neve, il mio stato d’irritazione cresceva. Era ormai buio quando abbordai la salita che conduceva alla casa, un vecchio casale ristrutturato, e nonostante le gomme antineve l’auto incontrò qualche difficoltà ad arrancare fino alla sommità del cocuzzolo, dove una profusione di luminarie natalizie mi diedero l’impressione di trovarmi in un Luna Park.
   Posteggiai sullo spiazzo a fianco di altre auto, scesi e mi diressi al portoncino d’ingresso decorato con ghirlande e fiocchi rossi. Venne ad aprirmi Lidia.
   «Ah, finalmente sei arrivata! Mi hai fatto stare in pena. Perché non hai avvisato del ritardo?»
   Non mi diede il tempo di spiegare e mi trascinò dentro. Mio cognato Alberto mi riservò un’accoglienza più calorosa.
   «Non badarle, è la solita brontolona. Siamo contenti che tu sia venuta.»
   I bambini, ne contai alcuni in più del numero di nipoti a cui ero abituata, mi circondarono strillando. Il mio sguardo disperato impietosì Alberto.
   «Fate i bravi e andate di là a giocare», ordinò guadagnandosi la mia gratitudine. I marmocchi obbedirono e mi rilassai un poco. «I nostri amici sono arrivati ieri», si sentì in dovere di spiegarmi. «Lidia ha tanto insistito perché venissero a passare il Natale qui coi figli.»
   «Lo immagino», sospirai rassegnata.
   «Ma cosa fai lì impalata?» intervenne Lidia. «Porta di sopra la borsa e torna subito. Devi salutare gli amici e aiutarmi a cucinare. Ah, sai chi ho invitato al cenone?» Non lo chiesi e aspettai con un leggero brivido che mi svelasse l’arcano. Lei fece una pausa ad effetto e sorrise sorniona. «Luca Brandi.»
   Sgranai gli occhi, fingendo di non aver capito. «Luca chi?»
   «Luca Brandi, il tuo vecchio compagno di liceo. Non dirmi che te lo sei dimenticato.»
   «Lo ricordo benissimo», replicai. «Ma cosa viene a fare? Credevo fosse una festa in famiglia.»
   «Ma sì, tesoro, è una festa in famiglia un po’ allargata. Sarà carino.»
   La sua idea di “carino” non coincideva con la mia, ma ormai non c’era rimedio. Rivedere Luca era l’ultima cosa che desideravo e mi venne il sospetto che Lidia l’avesse invitato apposta. Soltanto a lei poteva venire in mente un piano così diabolico per costringermi a riaprire un capitolo della mia vita chiuso da anni. Qualunque cosa stesse tramando, decisi che non l’avrei assecondata.
   Più tardi, mentre eravamo in cucina indaffarate e Alberto intratteneva la torma di bambini scatenati e i rispettivi genitori, Lidia mi raccontò dell’incontro con Luca.
   «L’altro giorno facevo la spesa al supermercato e a un tratto, roba da non credere, ecco che un carrello si scontra col mio e…chi è che lo spinge?»
   «Fammi indovinare: Luca?»
   «Proprio lui. Ovviamente ci siamo fermati a scambiare due chiacchiere. Figurati, dopo tutti questi anni ce n’erano di cose da dire. Fra l’altro, mi ha chiesto tue notizie e sembrava molto curioso. Gli ho detto che sei divorziata e che al momento non hai legami, e lui mi ha confidato di non essersi mai sposato. Mi ha fatto pena, poverino.»
   «Gli dovevi proprio raccontare i fatti miei?»
   «Bé, che c’è di male? Avessi visto come gli brillavano gli occhi parlando di te!»
   «Ma se neanche mi vedeva, quando andavamo al liceo.»
   «Non è vero. Mi ha confessato d’aver sempre provato…simpatia nei tuoi confronti.»
   «Certo, come no», borbottai tagliuzzando rabbiosamente le patate. Avrei strozzato Lidia volentieri per quanto era bugiarda.
   «Perché quel muso lungo? Pensavo che ti avrebbe fatto piacere rivedere il tuo primo amore.»
   «La mia prima e cocente delusione, vorrai dire!»
   «Eri soltanto una ragazzina, allora, e molte cose sono cambiate. Dovresti essermi grata, invece di essere così acida.»
   «Mi dispiace, ma non ci riesco. Mi hai rovinato il Natale con questo assurdo incontro combinato a mia insaputa.»
   «State litigando, ragazze?» chiese Alberto venuto a curiosare.
   «No, amore», rispose Lidia svenevole. «Abbiamo solo qualche divergenza, tutto qui.»
   «Meno male, ero preoccupato. A che punto è la cena? Di là sono tutti affamati.»
   «Siamo un po’ in ritardo, ma puoi cominciare a servire gli stuzzichini.» Gli indicò il grande vassoio posato sul tavolo.
   «Quante cose appetitose», commentò Alberto.
   «Per te e i bambini ci sono carote e sedani.»
   Lui si avvicinò per darle un bacio sulla guancia. «So che ti sta a cuore la mia salute, ma credo che farò uno strappo alla regola.»
   «Va bene, ma non esagerare», raccomandò Lidia.
   Alberto mi fece l’occhiolino e se ne andò con gli stuzzichini, accolto da una standing ovation da fare invidia a una rockstar.
   «Speriamo che avanzino qualcosa per noi», osservai con un sospiro.
   «Tranquilla, ne ho messo da parte un altro vassoio.»
   Nel linguaggio segreto di mia sorella equivaleva a un’offerta di pace.
   «Credo che ti perdonerò per aver invitato Luca.»

Il giorno seguente, dopo una serie interminabile di partite a Monopoli, arrivò il momento cruciale: la sera della Vigilia.
   Avevamo cucinato per gran parte della giornata ed ero quasi esausta, ma l’effetto della tavola apparecchiata con le candele rosse, dell’albero decorato e luccicante, del caminetto acceso, era assai piacevole.
   Lidia aveva disseminato rametti di vischio dappertutto e gongolava soddisfatta. I bambini strepitavano, impazienti di aprire i regali, e noi aspettavamo l’arrivo dell’ultimo ospite sorseggiando vino e assaporando l’atmosfera natalizia con un senso di intima gioia che, nel mio caso, si mescolava a una sfumatura di ansia.
   Indossavo un abito rosso e piuttosto aderente. Coi capelli raccolti e un filo di perle mi sentivo bella. Mi chiesi di sfuggita se Luca era cambiato. Probabile che lo fosse, ma fino a che punto era diverso da come lo ricordavo? Magari era stempiato, pensai divertita.
   Poi arrivò, accompagnato da una raggiante Lidia, e il mio cuore cominciò a dare segnali allarmanti. Avevo le palpitazioni come a quindici anni. Lui era ancora più affascinante e no, non era stempiato. Mi mancò il respiro quando incontrai i suoi occhi verdi, esattamente come al liceo, e la mano che strinse la sua era un ghiacciolo. La trattenne qualche istante e sorrise. Sorrisi di rimando e il suo sguardo si posò sui miei denti perfetti e bianchissimi, prima di indugiare sulla mia figura curvilinea e molto sexy.
   «Sono felice di rivederti, Bianca. Tua sorella mi ha parlato di te, ma non mi ha detto quale trasformazione hai subito. Sei davvero molto bella.»
   «Grazie. Anche tu non sei tanto male», risposi.
  Lidia lo presentò agli altri, gli porse un bicchiere di vino e lo riportò da me.
   «Avrete tante cose da dirvi, dopo tutti questi anni», disse lasciandoci.
   Le avevamo? Certamente sì, ma non ce le saremmo raccontate quella sera. Stavamo comunicando senza parlare, assaporando le sensazioni che il ritrovarci a distanza di tanto tempo ci procurava. Gi sguardi, i sorrisi che ci scambiavamo, le mani che si sfioravano mentre prendevamo dai vassoi le tartine, dicevano ciò che le nostre labbra tacevano. Eravamo come isolati in un mondo tutto nostro e quasi stentavo a credere che accadesse davvero.
   Lidia era assorbita dai compiti di padrona di casa, ma captavo le sue occhiate di sfuggita, la sua aria di approvazione. Stranamente non mi diede fastidio, anzi provai un inatteso sentimento di gratitudine nei suoi confronti.
   «Sono contenta che tu sia qui», sospirai.
   «Lo sono anch’io. Ti confesso che in un primo momento ero tentato di non accettare l’invito, ma tua sorella è molto persuasiva quando si prefigge di ottenere qualcosa.»
   Scoppiai a ridere. «Non lo dire a me!»
   «Mi piace il suono della tua risata.»
   Incontrai di nuovo i suoi occhi e mi sentii persa.
   Lidia si affacciò sotto l’arcata che introduceva alla sala da pranzo e attirò la nostra attenzione.
   «A tavola, ragazzi!»
   Fummo preceduti dai bambini e dagli altri, a cui ci accodammo. Appeso all’arcata c’era un grande ramo di vischio e passandovi sotto Luca gli gettò un’occhiata, poi fece qualcosa di inaspettato: mi diede un bacio.
   «Per buon augurio», sussurrò. «Buon Natale, Bianca.»
   Le mie guance dovevano avere lo stesso colore del vestito che indossavo e tutti ci guardavano. Non li volli deludere e sorrisi.
   «Buon Natale anche a te, Luca.»
   Lo presi a braccetto e insieme entrammo in sala da pranzo.
   Adesso ero certa che sarebbe stato un magico Natale. Il primo di una lunga serie.

#winter, #winter,  #winter.:
    
   Un abbraccio dalla vostra
Emma.




lunedì 19 dicembre 2016

Recensione: "Alaska" di Brenda Novak



Da diverso tempo seguo l'autrice del romanzo che vorrei consigliarvi oggi per le vostre letture da brivido (ma anche con un po' di romanticismo!) e fino ad ora, la Novak, non mi ha mai deluso. Ecco che perchè appena ho saputo che sarebbe uscito in libreria ... mi ci sono fiondata. La Novak è infatti una brava scrittrice che propone sempre moltissime trame interessanti e una diversa dall'altra. Oggi vi propongo la lettura della sua nuova serie, ambientata nella gelida Alaska e con protagonista una psicologa, che, insieme ad un suo collega, hanno collocato in una landa sperduta e lontano dal mondo civilizzato, una struttura con i più pericolosi serial killer d'America. Tutto scorre liscio fino a quando due donne scompaiono ...


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Alaska
di Brenda Novak
 
pagine 416
prezzo 14.90€
eBook 8.99€
Giunti
già disponibile
voto:
★★★☆☆
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La serie "The Evelyn Talbot Chronicles" è composta da:
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0. Hanover House - novella inedita
1. Her Darkest Nightmare - Alaska
2. Hello Again - non ancora pubblicato in Italia
3. ancora senza titolo
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Stanno accadendo strane cose nel piccolo villaggio di Hilltop, remota località dell'Alaska dove l'inverno è così gelido da ottenebrare le coscienze.
Da quando, tre mesi prima, è stata aperta Hanover House, una clinica psichiatrica di massima sicurezza che ospita con finalità scientifiche i più feroci serial killer d'America, nessuno dorme più sonni tranquilli e a nulla servono
Her Darkest Nightmare (The Evelyn Talbot Chronicles, #1)
cover originale
le rassicurazioni di Evelyn Talbot, la psichiatra trentenne e determinata che dirige l'istituto insieme al collega Fitzpatrick. Soprattutto quando nella neve avviene un macabro ritrovamento: i resti di una donna, orrendamente martoriata.
Per il giovane sergente Amarok è la conferma di ciò che ha sempre temuto: portare un branco di efferati assassini a pochi metri dalle loro case e dalle loro famiglie è stata una decisione estremamente pericolosa. Ma la sua fermezza si scontra con il fascino fragile e misterioso di Evelyn, il cui passato nasconde il più nero e atroce degli incubi.
E mentre una violenta tormenta di neve si abbatte sul paese rendendo impossibili i collegamenti e le comunicazioni, la psichiatra ha più di un motivo per pensare che quel primo omicidio sia un messaggio destinato proprio a lei e che l'ombra del passato la stia per raggiungere ancora una volta. 

 Alaska Photo Mosaic - Entry Sabra Neyman Lake Louise, AK His Majesty the magnificent Alaskan Bull Moose seen from Lake Lo:

Considerazioni.
Tutto inizia con evento tragico, uno di quelli che non vanno oltre gli incubi e si collocano nel male puro, ovvero il rapimento di Evelyn Talbot ad opera del suo ragazzo sedicenne, Jason, il quale la tiene segregata in un capanno insieme alle migliori amiche di lei. Evelyn sarà l'unica sopravvisuta alle torture e alle violenze del sadivo Jason, il quale riuscirà a farla franca.

Vent'anni dopo conosciamo Evelyn da adulta, la quale è diventata psicologa, lavora presso un'istitituto facendo ricerca "sul campo", a contatto con le peggiori menti criminali. Evelyn non ha mai scordato il suo violento passato, il quale non le ha permesso un'esistenza normale, il quale l'ha spinta ad allontare gli uomini che le si avvicinavano in cerca di legami sentimentali ed il quale l'ha portata a confrontarsi con le menti malate e deviate, a studiarle in profondità, a capirne i meccanismi, a studiarne le dinamica, a prevedere le loro mosse e a aiutare il mondo a che nessuno possa patire quanto da lei vissuto  e soprattutto ad aprire un centro per studiarle, Hanover House.

Sebbene in Alaska il tempo sia quello che è un po' tutti i giorni dell'anno, proprio nel momento in cui sfogliamo le prime pagine della storia scopriamo che sulla cittadina di Hilltop si sta per abbattere una tormente particolamente violenta, tale da costringere gli abitanti a chiudersi in casa con vivere di prima necessità.

Proprio con l'arrivo della tempesta veniamo a conoscenza di altri due fatti importanti per Evelyn: il primo riguarda il sergente Amarok, con il quale ha avuto una breve conoscenza (fermatasi ai primi due appuntamenti, per una paura recondita riafforata in Evelyn a causa del passato) e con il quale tornerà a riallacciare i rapporti (nonostanze gli sguardi truci di lui durante i mesi trascorsi nel silenzio del rifiuto) con maggior sentimento, impegno e più consapevolezza; la seconda riguarda il fatto che due delle persone che lavorano all'istituto, due donne che Evelyn conosceva bene, all'improvviso scompaiono ... e la testa (ma non il corpo) di una di esse viene trovata morta, sfigurata e violata nella neve fresca.

Ha inizio così una narrazione che vive tanto del passato di Evelyn, la quale che crede che Jason posso averla trovata (in quanto è ancora libero) dopo averla terrorizzata pochi mesi prima, facendo così palese ritorno nella sua esistenza; quella decisamente avvincente con il rapporto con Amarok, il quale si rivela essere un personaggio importante, ben costruto e proprio interessante da leggere e quella che concerne i serial killer del centro, che non solo la minacciano a livello personale/emotivo, ma riescono ad essere pericolosi per la sua incolumità anche dietro le sbarre ...

La Novak ha impostato la storia in modo che vi sia un bel climax ascendente di terrore e paura che crescono nel lettore, vedendo Evelyn sempre più impaurita e terrorizzata, attaccata su più fronti e con decisioni da prendere tanto in ambito lavorativo che in quello sentimentale.
Non è pronta per entrambi, come dimostrerenno gli eventi stessi, ma la Novak vuol far si che la protagonista di "Alaska" smetta di agire solo razionalmente e impari a fidarsi del suo istinto, buttandosi e affidandosi ai sensi e alla ragione insieme, non solo a quest'ultima, che per molti versi non l'ha portata molto lontano dal suo passato.

Ho molto apprezzato due cose di questa storia: l'essere molto fluida, diretta e capace di arrivare al lettore e quello di aver creato una protagonista che apprezza sempre di più conoscendola, non essendo la tipica eroina impavida.

Certo non è un romanzo perfetto, perchè alcune cose del passato di Evelyn non vengono del tutto  spiegate (ma essendo il primo romanzo di una serie ci verranno spiegate più avanti), giustificate dal fatto che sono troppo dure e dolorose da affrontare, senza contare che l'attenzione sui veri colpevoli delle morti avvenuti in paese viene sviata e rimandata più volte non sembrando del tutto convincente l'intreccio thriller, ma complessivamente devo dire che si è rivelata una lettura più che soddisfacente.

Innanzitutto l'ambietazione è spettacolare, ricca di dettagli su come si vive nelle remote lande dell'Alaska e di abitudini locali che sono interessanti da conoscere. Oltre a ciò i personaggi principali della storia - ovvero Evelyn e Amarok - sono caratterizzati bene, credibili, ben fatti evolvere, frizzanti nei dialoghi e con una bella alchimia che li rende facili da amare, apprezzare e da seguire nel procedere della storia sia ne momenti buoni quanto in quelli più drammatici e violenti.
Ho trovato un po' forzato il fatto i due detenuti/serial killer che maggiormente vengono a contatto con Evelyn siano entrambi "attratti" dalla sua persona in modo morboso, che la cerchino e ne facciano l'oggetto del loro odio o delle loro premure altrettanto morbos, ma sono comunque funzionali a creare una certa tensione nel profondo di Evelyn.

Come vi dicevo poco sopra, dunque, vi consiglio il romanzo in questione qualora vogliate leggere un romanzo dalle tinte thriller, ma un thriller che seppur trova momenti piuttosto duri e di tensione, trova più di un momento in cui i suoi contorni vengono smussati da una storia romantica molto presente, ma ben bilanciata, che non snatura il genere thriller, ma anzi gli si amalgama molto bene e con convinzione. 

E' un romanzo che costituisce una buona via di mezzo tra questi due generi, che si fa seguire volentieri e si guadagna la voglia di leggere il seguito.







Snow bound:


 Brenda Novak
Autrice bestseller del New York Times e di Usa Today, vive a Sacramento e ha scritto numerosi thriller e romanzi femminili. Alaska è il primo volume di una serie con protagonista l’affascinante psichiatra Evelyn Talbot.
giovedì 15 dicembre 2016

Recensione: "Il Prigioniero del Cielo" di Carlos Ruiz Zafón



Carissimi lettori, prosegue la recensione della serie, iniziata con la recensione "L'Ombra del Vento" e proseguita con "Il Gioco dell'Angelo". Mi raccomando continuate a seguirmi!

E adesso eccovi la recensione del terzo libro! Come sempre, buona lettura cari lettori!!

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Il 
Prigioniero 
degli Spiriti
di Carlos Ruiz Zafón

pagine 352 circa
prezzo 12.50€
eBook 7.99€
Mondadori
già disponibile
voto:
★★★★☆
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La Serie "Il Cimitero dei Libri Dimenticati" è composta da:
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1. The Shadow of the Wind -  L'ombra del vento
2. The Angel's Game - Il Gioco dell'Angelo
3. The Prisoner of Heaven - Il Prigioniero del Cielo
4. El laberinto de los espíritus - Il labrinto degli spiriti
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Nel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri.
La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza.
Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento" è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia.
Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín.
Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín. Per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un'epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martín - il narratore di "Il gioco dell'angelo" - al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista ...

francFog by Stella Sidiropoulouhista...

 Considerazioni.
Il terzo romanzo della serie di Zafón mi ha portato nuovamente un po’ indietro, ovvero al protagonista del primo romanzo, "L'ombra del vento", Daniel, il quale lavora nell’amata libreria Sampere - insieme al caro e fedele amico Fermín – il quale scopre di avere qualcosa che lo collega a David, ovvero il protagonista del secondo romanzo della serie,  "Il Gioco dell’Angelo".


In una Barcellona che si prepara a festeggiare il Natale, sempre in un’atmosfera piuttosto ovattata e surreale, che evoca il mistero, che non vuole volutamente essere scoperta da chi ci vive o anche solo l’attraversa, ecco che vediamo tornare al centro della narrazione Daniel e Fermín, i quali sembrano condurre le loro esistenze più o meno come li avevamo lasciati. E mentre Daniel è ormai un uomo sposato, felice e realizzato nel gestire la libreria di famiglia, Fermín, come Zafón ci ha lasciato intuire nei romanzi precedenti, ci nasconde ancora qualcosa … che propri in questo libro viene a galla.

Un giorno, infatti, proprio con l’appropinquarsi del Natale, entra nella libreria Sempere un uomo misterioso, il quale a seguito dell’acquisto (ad un prezzo spropositato) di una copia del romanzo “Il conte di Montecristo” ed aver lasciato un messaggio/dedica con esso, chiede a Daniel di consegnare il tutto a Fermín.

Proprio con questo avvenimento, avremo modo di intraprendere un cammino che ci porterà a conoscere il passato di Fermín e la sua personale storia, con esperienze più o meno drammatiche (come l’essere stato imprigionato nel castello del Montjuic durante la guerra civile dell’epoca franchista, ad esempio) che ci portano indietro ad una Barcellona violenta, franchista e pericolosa.
Zafón intreccia quindi il passato dei due amici in modo avvincente e parallelo, dipingendoci la vita del piccolo Daniel e del rivoluzionario Fermín, che agli inizi del 900 e all’inizio di una storia che condurrà a molti rancori …

A mio avviso se nel primo romanzo la nebbia serviva a rendere l’ambientazione del romanzo in un certo senso misteriosa e affine alla ricerca dei protagonisti, creando una bella disposizione d’animo per il lettore, ecco che in questo terzo romanzo la nebbia trova un significato simile ed altrettanto significativa, essendo qui utilizzata per condurci in un fumoso e poco chiara passato, che vede la nebbia diradarsi per mostrarci stralci di verità che, soprattutto per quanto riguarda Fermín, ha cercato di restare sepolta il più possibile.

Mi è piaciuto lo scoprire e mettere a nudo il personaggio di Fermín Romero de Torres, il quale è stato spia per i servizi segreti (settore Caraibi della Generalitat di Catalogna) poi in disarmo e poi passato a sposare la vocazione di bibliografo. Lo conoscevamo solo come uomo dallo spiccato umorismo, e dall’ironia sottile, come una persona sensibile, con grandi valori e un amore immenso per la vita e quelli che gli orbitano attorno, ma risulta essere un uomo ben più complesso, che è arrivato ad essere un uomo equilibrato, ma è che ha alle spalle un passato impregnato di dolore e terrore.

Parallelamente a tutto ciò viene intessuta anche una trama più dolce e romantica per entrambi, e se per Daniel si affaccia lo spettro della gelosia, per Fermín si ha finalmente la realizzazione dell’amore della sua vita, ma che non può ancora vivere pienamente e serenamente per via del passato…

Complessivamente anche questo terzo romanzo della serie "Il Cimitero dei Libri Dimenticati" è un buon romanzo, forse meno sorprendente e meno affascinante de "L'ombra del vento" ma una buona prosecuzione dei romanzi precedenti. Credo in ogni caso che sia impossibile non leggere questo romanzo non fosse altro per il gusto di leggere la scrittura fluida e semplice di Zafón.

 

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Carlos Ruiz Zafón 

Completati gli studi in un collegio di gesuiti a Barcellona, inizia a lavorare nella pubblicità, diventando direttore creativo di una importante agenzia. Inizia la sua carriera letteraria nel 1993 con Il principe delle nebbie, prima parte della trilogia della nebbia. Nel 2001 esce il primo romanzo per adulti, L'ombra del vento, che si trasforma subito in un fenomeno letterario internazionale con otto milioni di copie vendute nel mondo.
Nel 2008 con Il gioco dell'angelo il successo viene confermato. Il 2009 è l'anno di Marina, seguito da Il Palazzo della Mezzanotte (2010), Le luci di settembre (2011), Il principe della nebbia (2011). Le sue opere sono state tradotte in più di quaranta lingue e hanno ottenuto prestigiosi premi e riconoscimenti internazionali. Nel 2012 esce in Italia la terza parte della saga inaugurata con L'ombra del vento: è Il prigioniero del cielo.
Nel 2013 Mondadori riunisce in un volume i tre romanzi della Trilogia della nebbia, che si conlcude nel 2016 con l'uscita, sempre per Mondadori, de Il labirinto degli spiriti.
Zafón vive a Los Angeles dal 1993 dove scrive anche sceneggiature di film per Hollywood. Collabora regolarmente con i quotidiani spagnoli El País e La Vanguardia.
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