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giovedì 22 settembre 2016

Recensione: "Zitelle. Il bello di vivere per conto proprio" di Kate Bolick










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Zitelle
Il bello di vivere 
per conto proprio
di Kate Bolick
pagine 304 circa
prezzo 17.50€
Sonzogno
già disponibile
voto:
★★★★
--o--











«Chi sposerò? E quando?
Sono queste le due domande fondamentali della vita di ogni donna.»
Inizia così Zitelle, indagine originale e provocatoria sui piaceri e le opportunità del rimanere single. Kate Bolick, giornalista e scrittrice, ripercorre la propria educazione sentimentale e ci introduce alle appassionate ragioni che hanno guidato la sua scelta di non sposarsi – scelta condivisa ormai, come ci informano le statistiche, dalla maggioranza delle donne americane.
Spinster: Making a Life of One's Own
cover originale
Questo cambiamento demografi co senza precedenti, ci spiega l’autrice, è la logica conseguenza di un’evoluzione secolare. Zitelle, infatti, mette in scena un cast di “pioniere”, da Edith Wharton a Maeve Brennan (la leggendaria ispiratrice del personaggio di Holly Golightly in Colazione da Tiffany), che con il loro ingegno, la loro tenacia e la loro inclinazione verso l’avventura hanno incoraggiato la Bolick a costruirsi una vita per conto proprio.
Le idee e le azioni non convenzionali di queste donne mostrano che le attuali discussioni sulla condizione femminile hanno alle spalle una lunga storia.
Ma Zitelle è anche un invito a guardarci dentro, per scoprire gli ingredienti di una vita autentica, per riassaporare quegli splendidi anni in cui eravamo giovani e spensierate oppure per goderci la mezza età e il diritto di farci finalmente gli affari nostri.
E inoltre contiene un chiaro messaggio non solo per le single ma per tutte le donne: si può essere “zitelle” dentro. Perché vivere da sole non è una condizione imbarazzante a cui sfuggire, ma può essere una forma, esigente e appagante, di libertà.
Un libro audace e toccante che può stimolare una fanatica devozione e accese discussioni.

Considerazioni.
Quest'estate, quando ero lontano lontano sia con il corpo che con la mente, da dove sono adesso, avevo intravisto una pubblicazione davvero interessante, che finalmente è approdata anche in Italia grazie alla Sonzogno Editore
.
Il romanzo in questione "Zitelle. Il bello di vivere per conto proprio", scritto da - una per me anonima - Sig.ra Bolick, per un certo verso molto criticato da una parte dei lettori e parecchio osannato da coloro che invece sostenevano le opinioni espresse nel romanzo dalla Bolick.

Mettendo subito le carte in tavola vi dico che io propendo per coloro che hanno aderito, anche se non completamente sicuramente per buona parte, a quanto detto dalla Bolick, che secondo me si è esposta molto, argomentando decisamente bene, educatamente e intellegentemente una condizione che è vista dalla società come la condizione "da poverette, da sfigate, da represse e da insoddisfatte croniche", ovvere delle Zitelle.

La Bolick, in questo romanzo, partendo dalla sua personalissima esperienza vuole farci notare come le cose stanno cambiando nella società americana, ma anche nella nostra dal punto di vista di coloro che per scelta loro o delle situazioni di vita, non hanno un uomo accanto.

Con "Zitelle. Il bello di vivere per conto proprio" questa giovane autrice pur avendo provato il bisogno di vivere in coppia, pur avendo sentito l'esigenza di condividere parte della sua vita con un compagno, pur avendo avuto esperienze amorose più o meno riuscite, ha sentito il bisogno di indagare - con altre donne - sul suo bisogno di voler essere zitella/single, perchè è stato positivo per lei, per comprendere realmente cosa voleva dalla vita, come sia stato un momento prezioso per crescere come persona, senza dipendere da qualcuno o vivere con il quel peso (tanto nell'accezione positiva che negativa) di dover sacrificare la vita o i sentimenti di qualcun altro o di dover mettere da parte i proprio per le stesse ragioni.

Perchè vivere in coppia è tanto più bello quanto più complicato che vivere dalla famiglia da cui proveniamo, abbiamo delle responsabilità verso la persona che abbiamo scelto, gli dobbiamo delle spiegazioni, delle risposte che prima potevamo abbozzare o glissare di dare ... non possiamo quindi uscire quando e come vogliamo, comprarci cose al di fuori del budget concordato, dobbiamo lavorare perchè dobbiamo pagare il mutuo o risparmiare perchè se pensiamo di allargare la famiglia ci serviranno soldi, ecc...

E diaciamolo, in fondo, sebbene la vita di coppia sia talvolta fantastica e generosa e piena di complicità e sentimento, implica una certa dose di "limature" delle proprie intenzioni, possibilità e volontà. Quando poi arrivano i figli, le ore di sonno diminuiscono e le litigate si fanno più frequenti la parola "zitella" inizia a sembrarci più un miraggio che una brutta scelta ...


Dice la Bolick:
"[...] Ammetto che una totale riabilitazione della parola zitella è un’impresa difficile. Il mio obiettivo è più modesto: vorrei che servisse anche solo a ricordarvi di quella parte di voi che è indipendente e autosufficiente, che siate single o in coppia.
     Se siete single, vuoi perché non vi siete mai sposate, oppure perché siete divorziate o vedove, potete usare la parola zitella come un talismano, un promemoria costante del fatto che siete in ottima compagnia: a dirla tutta, siete parte di una lunga e nobile tradizione di donne che vivono o hanno vissuto la vita a modo loro.
     Se siete in coppia, ma non siete felici, potete usare la parola zitella per rammentarvi di quando non lo eravate e capire che spesso star sole è molto meglio dell’avere una relazione malsana. Cercare di recuperare quell’io più felice può essere una valida via d’uscita.
     Per le felicemente accoppiate, soprattutto per quelle che si destreggiano tra i figli e il lavoro, zitella può essere il codice che vi ricorderà di prendervi del tempo per voi. E se non avete mai imparato a star sole in modo proficuo e stimolante, be’, questo è il momento giusto.
[...] "
"Zitelle. Il bello di vivere per conto proprio" di Kare Bolick

Certo la condizione di zitella non è sempre facile, perchè si è soli contro il mondo, le fatiche sono tutte sulle tue spalle, ma c'è da dire che il fatto di posserdesi, di bastarsi è davvero una condizione che mi sembra irresistibile da provare e secondo me la Bolick ha ragione nel momento in cui dice che la "zitella" oggi è una persona molto diversa da quella di un tempo e l'essere zitella è in realtà un falso problema:

"[...] La scelta tra essere sposati o essere single non appartiene nemmeno al Ventunesimo secolo.
     La questione ora è tutt’altra: le donne sono persone? E con questo intendo: siamo finalmente pronti perché una giovane donna intraprenda la lunga strada della sua vita come un essere umano che è dotato di un sesso, ma che non ne è limitato? Ci siamo evoluti verso questa nuova domanda da quando è stata fondata l’America, anche se con una lentezza terribile e con molte interruzioni sulla strada.
[...]"
"Zitelle. Il bello di vivere per conto proprio" di Kare Bolick

Ed è vero. L'amore è stupendo, è qualcosa che deve essere vissuto, provato, che deve esistere per tutti e per tutte le età, ma è anche vero che ogni persona dovrebbe provare a vivere libero come l'aria e comprendere chi è e cosa vuole a prescindere da quello che la società vuole per quel determinato sesso. Se poi è sua volontà e desiderio sposarsi e avere famiglia sia, ma se questo non dovesse avvenire non è giusto imoporre giudizi di sorta. Perchè agli uomini non viene domandato questo, agli uomini non si rimprovera di non essere sposati o di non avere figli ed è una cosa che si auspica invece per tutti.

L'indagine della Bolick è stata per me una lettura interessantissima, con importanti spunti di riflessione sulla vita, sulla vita di coppia e su quello che ogni tanto torno a domadarmi per me stessa e che credo possa davvero essere interessante anche voi.

"Zitelle. Il bello di vivere per conto proprio" termina con una frase che secondo me vale l'intero romanzo, che risulta coerente e intelligente al pari dell'intero romanzo e che spero possa essere spunto di riflessione per voi come lo è stato per me:

"[...] Dimmi, che cosa pensi di fare
della tua unica vita, selvaggia e preziosa? "
Summer Day Mary Oliver 

Kate Bolick vive a Brooklyn, insegna alla New York University e collabora con le maggiori testate americane, tra cui l’«Atlantic», il «New York Times», «Elle» e «Vogue». Qualche anno fa pubblicò un articolo memorabile in cui dichiarava di preferire una vita da single a un matrimonio mediocre. Il testo fece il giro del mondo e ispirò questo speciale memoir, diventato subito un caso editoriale. Zitelle è già stato tradotto in diverse lingue; il «New York Times» l’ha riconosciuto come uno tra i migliori libri del 2015.

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