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I post più recenti del bostonian library

sabato 30 luglio 2016

Buone Vacanze!!!



Anche quest'anno
 il Bostonian Library
 si prende un periodo di riposo.

 Per un po' staccherò la spina
dal quotidiano e dal caro
e sarò in giro
 in cerca di nuove idee
 e nuovi libri da leggere.

Vi ringrazio moltissimO
per l'affetto e il seguito che fino ad ora
mi avete concesso.

Grazie mille
per avermi seguito sempre
con curiosità e interesse.

Proprio per ringraziarvi per i
suggerimenti e le idee che mi date
per le nuove letture,
 andrò a pescare libri dimenticati
 e nuove idee e ispirazioni
sperando che mi conducano a nuova bellezza 
 e nuovi orizzonti ...
da proporvi nella prossima stagione libresca.

Spero di incontrarvi di nuovo tra qualche settimana, 
magari con il cuore più leggero per via del riposo, 
intanto non mi resta che augurarvi delle buone
 Vacanze Estive !!!





Buone vacanze
e/oBuon Riposo !!!!!!!!
 Endimione


venerdì 29 luglio 2016

Recensione: "A Dio Piacendo" di Jean d’Ormesson










---oOo---
A Dio 
Piacendo 
di Jean d’Ormesson
pagine 430 circa
prezzo 16.50€
ebook 3.90€
Piemme
già disponibile
voto:
★★★★
--o--









A Dio piacendo è la storia di un’antica famiglia aristocratica francese, una di quelle famiglie apparse al tempo delle crociate, con un maresciallo della fede e dell’esercito di Dio che non deve aver goduto di buona fama nei dintorni di Damasco. Una famiglia nella quale chiunque nasca è di colpo consegnato a un mondo che guarda indietro, dove il passato conta più del futuro. 
Un mondo custodito nei pensieri di un bel vecchio, dritto come un fuso, che vive nel ricordo. Sua madre ha ballato alle Tuileries con il duca di Nemours, sua moglie a Compiègne con il principe imperiale. 
La vita, per lui, è una cosa estremamente semplice, dove hanno peso il curato, la caccia a cavallo, il culto della bandiera bianca e il nome della famiglia. Dove non passa mai per la testa di nessuno di partire per la Siria, per le Indie, per il Messico, poiché negli spostamenti c’è sempre qualcosa di convulso e di impercettibilmente volgare. 
Au plaisir de Dieu
cover originale
L’unico luogo degno in cui aggirarsi è il castello e i dintorni del castello in cui la famiglia ha vissuto attraverso i secoli e le generazioni, una dimora stipata dei lasciti del passato: i comò, i secrétaires a cilindro, le consoles a intarsio o a mezzaluna, gli arazzi di Aubusson o delle Fiandre, i quadri di antenati in grande uniforme negligentemente appoggiati a uno scrittoio. 
Nei suoi momenti di ottimismo, che si alternano alle crisi di abbattimento per la degradazione dei costumi, il vecchio sogna un tempo in cui l’ordine delle cose si ristabilisca intorno alla Chiesa e al trono, dove ciascuno ritrovi il proprio posto e il proprio rango di ufficiale, soldato, artigiano, contadino, pittore e letterato, e il cognome della famiglia sia di nuovo venerato… 
Romanzo che ha consacrato il talento di Jean d’Ormesson, A Dio piacendo è una delle opere più importanti della narrativa francese contemporanea. Al suo centro figurano un personaggio – il nonno, fedele al passato, refrattario al progresso e ai suoi cambiamenti, custode della tradizione e dei costumi degli avi – e un luogo: il castello di Plessis-lez-Vau-dreuil, la culla della famiglia, dove dalle crociate ai giorni nostri si avvicendano gli eventi del casato. 
Matrimoni d’amore e di interesse, imprese eroiche e viltà, fedi e passioni, tutto ciò in cui la famiglia ha creduto, e che ha fatto suo, viene passato in rassegna, finché ogni cosa si sgretola. Subentrano i costumi e i furori della modernità, e si aprono via via delle brecce nella fortezza della tradizione.

La Soiree, French Painters: BERAUD Jean:

Considerazioni.
Prima di un po' di pausa per ricaricare le batterie ecco che vi lascio consigliandovi un romanzo davvero molto, ma molto bello, interessante, piacevole e avvincente per le vicende familiari che racconta.

"A Dio Piacendo" è infatti una vera e propria epopea familiare che da un lato si propone di raccontare un tipo di società passata, che rappresentava quanto osservato dallo scrittore cogliendo punti di vista differenti, raccontandoci sentimenti di persone diverse e situazioni di vita molto distanti tra loro, dall'altro invece ci narra uno spaccato storico che si contraddistingue per essere particolarmente duro e prepotente nei confronti degli individui che vivevano, ed hanno vissuto, in quel periodo e in quel contesto.

D'Ormesson ci parla, nel particolare, della storia della famiglia francese D'Ormesson, una famiglia di nobili natali - la sua - che fa risalire i suoi avi fino ai crociati e che si trova ad affrontare tutta una serie di cambiamenti che porta con se la storia e che li obbliga a fare qualcosa che non sono abituati a fare: guardare al futuro. I D'Ormesson vengono infatti cresciuti con lo spirito di guardare al passato come vero e proprio modo di essere e di concepire la vita da vivere invece di pensare al futuro, affrontando i cambiamenti, scontrarsi con le rivoluzioni economiche, sociali e culturali come modo per migliorarsi, crescere e andare avanti.

Sono nato in un mondo che guardava indietro. 
Dove il passato contava più del futuro”.
- "A Dio Piacendo" di Jean d’Ormesson

Nel procedere nella storia, l'autore, ci presenta gli incontri della nobile famiglia francese al centro di queste vicende, parlandoci della sua infanzia, del magnifico Chateau de Plessis-Lez-Vaudreuil in cui ha abitato, e che lo ha accompagnato durante la sua infanzia, parlandoci in particolare del nonno Sosthéne, portandoci nelle vite del primogeniti Paul, del suo amore per Gabrielle, gli scontri per averla e così via. 

Dalla Belle Epocque alla Seconda Guerra Mondiale, D’Ormesson ci porta nei menadri di un'altra epoca, di un altro mondo, in cui si pensava e si agiva diversamente, avendo in mente un'altra prospettiva, premendogli di raccontarci una storia comune, per quanto comune potesse essere un'agiata famiglia all'epoca di una guerra, e la sua lotta per la sopravivvenza psicologica e fisica.

E devo dire di essere stata molto rapita sia dalla storia in se stessa che dallo stile, in quanto D'Ormesson, con una scrittura fluente e ricca, sardonica e complessa, densa e affascinante  mi ha trascinato in questa storia da cui non sono riuscita a staccarmi, di cui volevo sapere di più, in cui mi sono persa volentieri tra anedotti, curiosità, indiscrezioni e pettegolezzi di vita quotidiana e sofisticata, complicata e affascinante, con personaggi che sembrano vivere danzando su nuvole e a rimirarsi in specchi sperando di assistere agli avvenimenti come spettatori, senza essere realmente coinvolti negli accadimenti drammatici che si prospettano all'orizzonte, pronti a spazzare via i lori piani. Ed è impressionante come D’Ormesson abbia creato quell'atmosfera quasi ovattata, una bolla in cui vivono questi protagonisti che vivono più nelle loro teste che nella vita reale.

Il romanzo è indiscutibilmente voluminoso, ma non pesa per un minuto o una pagina, tutto è costruito come fosse un orologio, creato per scandire tutto in tempi perfetti, per intrattenere il lettore senza consegnarlo alla noia e alla ridondanza di avvenimenti e personaggi che avrebbero appesantito la storia.

La cosa che mi è piaciuta maggiormente è che D’Ormesson sia riuscito a rendere vividamente il complesso della sua famiglia, il suo piccolo mondo che ha leggi e forme che lo governano in modo diverso dal nostro e da quello del loro tempo. Certo la nostalgia è il sentimento che domina il romanzo, e comprensibilmente direi, visto che è nell'animo tradizionalista della nobile famiglia, così intenta a farsi governare dalle tradizioni, farsi trascinare nel passato e nel ricordo di un tempo sicuramente più conosciuto e confortevole.

Assolutamente consigliato. Non potete non possederlo nelle vostre librerie!


"Paris - The Walk" ... by Jean Béraud:

Jean d’Ormesson è nato a Parigi nel 1925. Nel 2015 la sua opera è entrata nella Bibliothèque de la Pléiade, la prestigiosa collana edita da Gallimard. Tra i romanzi selezionati per il volume vi sono: La gloria dell’Impero (Grand Prix du Roman de l’Académie Française), A Dio piacendo e Il romanzo dell’ebreo errante. Grand Officier de la Légion d’Honneur, eletto membro più giovane di sempre dell’Académie française nel 1973, nel 2016 d’Ormesson ha pubblicato, con enorme successo in Francia, Je dirai malgré tout que cette vie fut belle, di prossima pubblicazione presso le nostre edizioni.
giovedì 28 luglio 2016

Ecco qualche novità interessante ...

Questa, per dovere di cronaca, ma anche di interesse personale, dovevo proprio dirvela. Stephenie Meyer, ovvero l'autrice della famosissima Saga Twilight, ha scritto un nuovo libro, in uscita negli USA il 15 novembre, che si intitolerà "The Chemist". Sarà un romanzo adulto per adulti, che non si separerà dal panormale e che strizzerà l'occhio al mitico Jason Bourne - che l'autrice ama moltissimo - e farà del cervello e dell'ingegno il punto di forza, piuttosto che pistole e altre armi più o meno convenzionali. 

Ecco la cover del romanzo:

31176886


Sono piuttosto curiosa di leggere questo romanzo perchè innanzitutto è la prima opera da adulti della Meyer, in secondo luogo la trama mi ispira parecchio:

"She used to work for the U.S. government, but very few people ever knew that. An expert in her field, she was one of the darkest secrets of an agency so clandestine it doesn’t even have a name. And when they decided she was a liability, they came for her without warning.
Now she rarely stays in the same place or uses the same name for long. They’ve killed the only other person she trusted, but something she knows still poses a threat. They want her dead, and soon.
When her former handler offers her a way out, she realizes it’s her only chance to erase the giant target on her back. But it means taking one last job for her ex-employers. To her horror, the information she acquires only makes her situation more dangerous.
Resolving to meet the threat head-on, she prepares for the toughest fight of her life but finds herself falling for a man who can only complicate her likelihood of survival. As she sees her choices being rapidly whittled down, she must apply her unique talents in ways she never dreamed of."
"Lavorava per il governo degli Stati Uniti, ma pochissime persone lo sapeva. Un' esperta nel suo campo, lei era uno dei più oscuri segreti di un organismo clandestino che non ha nemmeno un nome. E quando hanno deciso che era una responsabilità, sono venuti per lei senza preavviso.Ora rimane raramente nello stesso luogo o utilizza lo stesso nome per molto tempo. Hanno ucciso l'unica persona di cui si fidava, ma lei sa ancora qualcosa che rappresenta una minaccia. La vogliono morta, e presto.Quando il suo ex responsabile le offre una via d'uscita, si rende conto che è la sua unica possibilità di cancellare il gigante mirino che ha sulla schiena. Ma ciò significa accettare un ultimo lavoro per i suoi ex-datori di lavoro. Per suo sgomento, le informazioni che acquisisce rendono la sua situazione solo più pericolosa.Decisa ad affrontare la minaccia che le pende sul capo, si prepara per la battaglia più dura della sua vita, ma si ritrova ad innamorarsi di un uomo che può solo complicare la sua possibilità di sopravvivenza. Quando vedrà le sue scelte volgere al peggio dovrà applicare il suo talento unico in modi che non ha mai sognato di fare ..."

Intervistata dal The Wall Street Journal la Meyer ha poi detto che:

"'The Chemist' is the love child created from the union of my romantic sensibilities and my obsession with Jason Bourne/Aaron Cross," [...] "I very much enjoyed spending time with a different kind of action hero, one whose primary weapon isn't a gun or a knife or bulging muscles, but rather her brain."  

“The Chemist è la creatura nata dall’unione della mia sensibilità romantica e la mia ossessione per Jason Bourne/Aaron Cross." [..] "Mi sono divertita molto a passare del tempo con una tipologia diversa di eroe, uno di quelli che non usa una pistola o un coltello come arma e nemmeno i suoi muscoli ma preferisce usare il suo cervello.”

Annunciato dai quotidiani americani come un romanzo da divorare pagina dopo pagine questo romanzo si preannuncia il nuovo best seller dell'autunno ... speriamo di poterlo leggere al più presto. Voi cosa ne pensate?



Recensione: "Consolation" di Corinne Michaels

 







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Consolation
di Corinne Micheals
pagine 350 circa
prezzo 14.90€
ebook 4.99€
Leggereditore
già disponibile
voto:
 ★★
--o--











La duologia "Consolation"
è compresa nella serie "Salvation" ed è composta da:
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1. Consolation - Consolation
2.  Convinction - non ancora pubblicato in Italia
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La piccola Aarabelle non era ancora nata quando sua madre Natalie ricevette la tragica notizia della morte di Aaron, suo marito, marine caduto in battaglia. 
Il destino, che le stava per concedere il dono più bello, le ha strappato la felicità facendola piombare nella disperazione più profonda. L’unico in grado di darle conforto è Liam Dempsey, il migliore amico di suo marito, che le sarà vicino per onorare la promessa che aveva fatto ad Aaron prima che lui partisse per la sua ultima missione. 
Ma né Liam né Natalie potevano immaginare che da quella vicinanza potesse nascere un rapporto che andasse oltre la semplice amicizia, per diventare qualcosa di sconvolgente a cui neanche loro riescono a dare un nome. 
E mentre Liam si consuma nel rimorso di poter in qualche modo tradire la fiducia che Aaron ha riposto in lui, Natalie non sa comprendere se quello che prova nasca da qualcosa di profondo o sia solo desiderio di essere consolata da un dolore a cui non riesce a fuggire. 
È questo il prezzo che deve pagare per essere di nuovo felice?



Considerazioni.
Il romanzo che vi consiglio quest'oggi è un romanzo particolare, sia per tematiche sia per la storia romantica che lo anima. Se da un lato, infatti, la Michaels ha scritto una storia particolarmente difficile, intrisa di pathos, di drammaticità e coinvolgimento su diversi piani dall'altro avevo paura - visto alcune letture di questo tipo andate male - che potesse prendere strade banali o comunque delidenti. Invece, per fortuna, si è rivelata una bella lettura, molto profonda e anche se a tratti un po' forzata, l'ho complessivamente molto apprezzata.

"Consolation" è di fatto la storia di una donna, Natalie, e del conforto che questa trova nel miglior amico che marito Aaron, a seguito della morte di quest'ultimo. Natalie, detta anche Lee, incinta del suo primo bambino, ha infatti perso la sua anima gemella da un giorno all'altro, senza avere la possibilità d'immaginarsi o prepararsi ad un momento tanto distruttivo, tanto doloroso e buio. Sola e con una bimba di nome Arabelle da accudire, amare, crescere in ricordo e per l'amore di Aaron, Lee vede passare i giorni, diventare mesi in attesa che il dolore passi, diventi meno intenso. Dopo la nascita delle bambina, inaspettamente, un amico del marito, Liam, bussa alla sua porta per mantenere una promessa fatta al suo migliore amico e starle vicino aiutandola nel momento più brutto della sua vita.

All'inizio Natalie non vuole il suo aiuto, lo dispensa dalla sua promessa, ma avendo preso Liam un periodo di congedo, le continua a rimanere accanto discretamente, aiutandola in piccole cose quotidiane, ed instaurdando un bel rapporto di amicizia con lei. Poi accade qualcosa che nessuno dei due ha previsto, almeno per Liam, il quale sente crescere dell'affetto per Natalie, che non riconosce come compassione o pietà, ma proprio come affetto sincero e prezioso, e pur non menzionandolo mai o dando una definizione al loro rapporto anche Natalie sente la stessa cosa, vivendo iniazialmente con colpa il sentimento, vergogna quasi, ma poi accettandolo con calma e riserbo. Ma proprio quando sembra che per i due possa esserci la possibilità di trovare un nuovo inizio ecco che la Michaels buttà lì il suo colpo di scena spiazzante ... (occorre aspettare il secondo romanzo per leggerne la fine).

La Michaels, tra le nuove autrici che ho potuto leggere in questo periodo, mi ha fatto davvero una buona imprssione. Ho infatti letto una storia intensa, certo dolorosa e drammatica, ben narrata, che ha saputo rispettare le giuste tempistiche prima nell'introdurre Liam e poi per far nascere tra loro un sentimento che non posso che definire tenero e toccante, decisamente molto dolce. Certo credo che alcune coincidenze - e il colpo di scena finale - siano state fatte entrare un po' a forza nella trama ma guardando alla storia nel suo complesso sono davvero soddisfatta de  "Consolation" perchè mi ha colpito in più punti e si è dimostrata una storia sincera, onesta e scritta con semplicità e amore.

La cosa che mi è piaciuta maggiormente del romanzo sono i personaggi che subiscono un'evoluzione notevole, passando una condizione ad un'altra, un sentimento ad un altro con un processo visibile, sentito e vissuto in modo percepibile e davvero gradevole a cui assistere.

Non posso che consigliarvi questo romanzo, in quanto troverete una storia intensa e ben scritta, che vi porterà in una situazione anomala, ma davvero dolce e tenera.



Corinne Michaels è autrice di successo i cui libri sono comparsi in classifica sia dello USA Today che del Wall Street Journal Bestselling con la sua serie "The Salvation" composta dai romanzi Beloved, Beholden, Consolation, Conviction (questi due compongono il duetto in pubblicazione dalla Leggereditore) e Defenseless. Corinne è molto sentimentale, intelligente e sarcatisca, ma è anche madre di due bellissimi bambini e moglie dell'uomo dei suoi sogni. Dopo aver speso mesi lontano dal marito, ha deciso di leggere e scrivere per colmare i lunghi periodi di solitudine, dopo aver scritto piccole storie ha scritto il suo romanzo di debutto e da allora non ha più smesso!
mercoledì 27 luglio 2016

Recensione: "Una Bellissima Colpa" di Rebecca Done







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Una
Bellissima
Colpa
di Rebecca Done
pagine 350 circa
prezzo €
ebook 3.90€
Piemme
già disponibile
voto:
★★★★
--o--








Jessica Hart non ha mai dimenticato Matthew Landley. 
Dopo tutto, è stato il suo primo amore, quando lei aveva appena quindici anni. Ma lui, trentenne bello e misterioso, aveva la colpa di essere anche il suo professore di matematica. E il loro amore era inesorabilmente finito in tragedia, con una condanna per lui e la macchia dello scandalo per lei.
Ora, molti anni dopo, Jessica si è costruita la sua vita e, a quanto pare, lo ha fatto anche Matthew. O almeno così sembra quando ritorna nel Norfolk, con una nuova identità, insieme a una moglie e una bambina che non sanno nulla del suo passato. E quando Jessica se lo ritrova sulla soglia di casa, l’intreccio di emozioni è schiacciante: sorpresa, senso di colpa, attrazione, paura. 
Cosa vuole da lei Matthew? 
Come può ancora volerla dopo tutto ciò che ha subito a causa sua? 
Ma è chiaro che il loro vecchio amore è ancora lì, ad attrarli irresistibilmente, anche se Jessica sa che dovrebbe solo star lontana da un uomo che ormai non conosce più. E che forse non ha mai conosciuto davvero. 
Perché, la notte che segnò la fine della loro storia, accadde dell’altro. 
Qualcosa che soltanto loro due possono sapere.

The best promises are the ones you can't keep.:


Considerazioni.
Rebecca Done è in debito con me di un finale...
Questa è la cosa a cui ho pensato appena terminato il romanzo. Perchè in fondo in fondo pensavo davvero che alla fine qusta autrice mi regalasse un finale diverso ...
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Si perchè in un'alternanza tra presenta e passato conosciamo la storia di Jessica e Matthew, i quali pur avendo un passato in comune scandaloso (per via dei 15 anni di lei contro i 30 e passa di lui e del fatto che lui fosse il professore di matematica di lei) che li ha visti prima amanti e poi tragici vittime delle conseguenze del loro amore (Matthew ha subito una condanna pesante) tornanno ad incrociare le loro vite.
 --
Anni dopo - diciassette, ad essere precisi, dai tragici avvenimenti di cui sopra - troviamo infatti Matthew in procinto di trasferirsi là dove era nato quell'amore proibito che gli ha segnato la vita, con una moglie ed una figlia che nulla sanno del suo passato, presentandosi alla porta di Jess (che intanto si è rifatta una vita) e così facendo accendendo quel sentimento che nel tempo non ha subito scalfiture ...
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Come potete leggere dalla sinossi, di materiale, per rendere il romanzo davvero indimenticabile soprattutto per chi ama le storie romantiche e potenzialmente ricche di colpi di scena, ce n'era in abbondanza. "Una Bellissima Colpa" è stato dunque come me lo aspettavo? Non proprio - in quanto sono piuttosto perplessa sull'aver attribuito al romanzo un'etichetta thriller, nonchè per aver letto "incastri" della storia un pò meno riusciti - ma complessivamente posso dire di aver letto una storia gradevole, in quanto è un romanzo piacevole da leggere, che mi ha preso per la storia passata e il suo agganciarsi agli avvenimenti del presente, anche la scrittura, molto fluida, semplice e lineare è facile da seguire per la sua immediatezza.
 --
Anche se la cosa  che mi è maggiormente piaciuta della storia si l'idea e l'entusiasmo della Done, che davvero ci ha messo tutto l'entusiasmo del mondo nello scrivero questo romanzo, devo dire che non ho diprezzato i protagonisti, che mi sono piaciuti sia per la complessità del loro passato insieme sia per come hanno cercato di andare avanti con le loro singole esperienze di vita. Jess e Matthew hanno infatti cercato in altri una stablità e una passione almeno vicino a quella provata insieme, ma entrambi sono arrivati al punto di sentirsi in qualche modo incatenati ad una vita che hanno accettato, ma non completamente voluto. Jess infatti è legata ad un uomo difficile da immaginarle accanto, burbero, facile all'ira, geloso e veramente con poco spessore; Matthew ha invece sposato una donna che lo prevarica sia sentimetalmente che economicamente e che gli ha dato una figlia (non proprio cercata) che l'uomo ama moltissimo.
 -
Questi elementi, che approfondiscono la personalità dei due protagonisti, me li hanno fatti sentire vicino, tangibili e emapatici ad i loro problemi ... certo rimane un po' l'amarezza per il fatto che la caratterizzazione dei personaggi si sia un po' persa in piccoli dettagli, soprattutto per quanto concerne la gestione della loro emotività e i momenti in cui tra i due scoppia (sin troppo facilmente) la passione, momenti particolarmente importanti per la storia, che sarebbe stata meglio gestire, per contenere e veicolare l'emotività che comportava.
Inoltre, onestamente, pensavo che fosse dato maggior peso al passato "proibito e scandaloso" dei due, che è davvero qualcosa che poteva rimarcare il lato drammatico della storia, portando maggior coinvolgimento tra il lettore e questi due infelici protagonisti.
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Detto ciò, posso però dire che per quest'estate, se avete voglia di non fare troppa attenzione ai dettagli, se qualche elemento della storia non torna tanto ma non vi pesa, se siete disposti a leggere una prima opera che cerca di compensare ai difetti con tutto l'entusiasmo del mondo e amate follemente le storie romantiche (con un finale con un incredibile colpo di scena inaspettato) con conseguenza a dir poco inaspettate, posso dirvi che "Una Bellissima Colpa" potrebbe riservarvi delle belle sorprese.

Dimenticavo ... Gent.ma Sig.ra Done ... al suo romanzo c'è un seguito, vero?


John Stezaker, 1976:

Rebecca Done Vive a Norwich. Dopo aver studiato Scrittura creativa alla Norwich School of Art and Design, ha lavorato come editor in diverse riviste. Questo è il suo esordio, scelto da Penguin per un lancio importante nella primavera del 2016.
martedì 26 luglio 2016

Recensione: "Fuoco e Ghiaccio" di Anne Stuart










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Fuoco 
e Ghiaccio
di Anne Stuart
pagine 350 circa
prezzo 14.90€
ebook 4.99€
Leggereditore
già disponibile
voto:
 ★★
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La serie "Ice" è composta da:
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1.Black Ice - Ghiaccio Nero
2.Cold As Ice - Freddo come il Ghiaccio
3. Ice Blue - Cuore di Ghiaccio 
 4. Ice Storm - Tempesta di Ghiaccio
5. Fire and Ice - Fuoco e Ghiaccio
  6. On Thin Ice - non ancora pubblicato in Italia

Reduce da una tormentata storia d’amore, Jilly Lovitz vola a Tokyo dalla sorella Summer per trovare un po’ di serenità e una spalla su cui piangere. Due mesi in una delle metropoli più affascinanti del mondo dovrebbero aiutarla a sfogare la propria frustrazione. Non sa però che quello da cui dovrà salvarsi è qualcosa di più che una cocente delusione amorosa.
A quanto pare sua sorella e suo cognato devono averla combinata grossa se sono finiti nel mirino della mafia locale, ma per poco non è Jilly a farne le spese. A salvarle la vita sarà Reno, un uomo del Comitato sexy e imprevedibile, che aveva già incontrato in passato e per il quale aveva avuto un’attrazione fugace quanto fulminante.
Ora Jilly e Reno si ritrovano loro malgrado a essere le pedine in una scacchiera pericolosa, intorno alla quale si fa sempre più pericoloso giocare, tra assassini, rapimenti, vendette. Un gioco rischioso, su un terreno caldo come il fuoco, ma scivoloso come una lastra di ghiaccio.
Un romanzo sospeso tra pericolo e attrazione, suspense e erotismo, per una storia rocambolesca e coinvolgente, dove non sempre quello che appare corrisponde alla verità.


Kinkaku-ji Temple, Kyoto, Japan:


Considerazioni.
Ho letto tutti i romanzi di questa serie, che a mio parere è un pò ondivaga. Mi spiego. Secondo me nella serie "Ice" della Stuart quest'ultima o ha creato dei piccoli capolavori romantici, con dialoghi potenti, trame ricche di colpi scena e avvincenti momenti avventurosi, in alti casi invece il livello scende, in alcuni casi anche di molto, lasciando al lettore una storia estremamente movimentate, decisamente adrenalinica ma un pò fine a se stessa, che tende a farsi dimenticare con una certa facilità perchè fragile.
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Vi confesso sin da subito che il mio preferito in assoluto rimane il primo, sia per i personaggi, che secondo me sono meglio riusciti, sia per i dialoghi che questi ultimi si scambiano, a dir poco memorabili soprattutto nell'ultima parte, che rileggo ancora di quando in quando, ma devo dire che questo "Fuoco e Ghiaccio" un po' me l'ha ricordato, anche se alla fine mi è mancato il coninvolgimento che avevo avuto con "Ghiaccio Nero". Ma partiamo dall'inzio.
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In questo quinto e penultimo libro della serie, la Stuart ha scelto nuovamente l'ambientazione nipponica che tanto ama (e questo lo confessa apertamente nei ringraziamenti) e ci parla della sorella di una precedente protagonista (ricordate Summer O'Brien?) ovvero Jilly Lovitz, la quale reduce da una storia amoroso andata a rotoli decide di partire per il Giappone e andare a trovare la sorella - che vi ricordo essere sposata con un certo Taka, uno dei pochi uomini rimansti nel Comitato (gruppo che sventa, o cerca di sventare, piani terroristici) - che però non troverà, questo perchè si sta nascondendo da un gruppo di pericolosissimi russi ...
Per fortuna da quelle parti c'è Reno, cugino di Taka, nonchè membro del Comitato, il quale ha il compito di recuperare Jilly e  metterla sul primo aereo per lgi Stati Uniti. Ma i due non hanno considerato la passione che nasce improvvisa e prepotente tra loro, che dovranno vedersela con i russi, disposti ad inseguirli per tutto il Giappone ...
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Vi dico subito che mi è molto piaciuto come la Stuart ha gestito i suoi protagonisti, sia Reno che Jilly sono appassionanti nei loro battibecchi, nelle loro personalità opposte e sempre confliggenti, che per un motivo o per l'altro trovano sempre modo di frizionare e portare allo scontro verbale e non. Mi sono divertita a (in)seguirli per il Giappone invernale, ostico in tutti i sensi ma sempre bellissimo e vedere come la freddezza di Reno fosse in realtà un modo per nascondere il suo sentimento per Jilly, osservare come una donna apparentemente molto indipendente e forte come Jilly alla fine ceda piano piano a Reno e al suo carattere (fin troppo) dominante.
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Ovviamente la Stuart è la Stuart per cui qualsiasi cosa scrive è sempre un bel leggere ... detto ciò bisogna dire che una volta letta al meglio, questa autrice, è difficile da non "bacchettare" idealmente perchè poteva fare qualcosina in più per rendere tutto perfetto. Perchè dico ciò? Perchè questa volta, a mio personalissimo gusto, la Stuart poteva fare davvero qualcosina in più per rendere la storia rimarchevole di essere ricordata, magari metterci quella punta di drammatica crudeltà di cui solo lei è capace in questi casi che rende tutto più appassionante, quel suo torturare sentimentalmente i personaggi per tenerci sul filo del rasoio, per darci un colpo al cuore e poi cavarci fuori con un'uscita delle sue... ed invece niente.

Non che il romanzo sia brutto, scontato o spiacevole, assolutamente no, è un romanzo che vive di adrenalina, di personaggi ben caratterizzati, che hanno un passato che emerge prepotente e crudele in tutte le sue sfaccettature, ma poteva essere qualcosa di più, ecco.
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Anche l'ambientazione nipponica, di cui confesso di non essere grande fan (non per motivi particolari) non mi è dispiaciuta, ma c'è qualcosa di freddo, in fondo a tutto quanto, una sorta di distanza, come un vetro, tra i personaggi e me che non mi hanno permesso di empatizzare sino in fondo con loro. Anche il finale, che finisce molto velocemente, senza dare al lettore la soddisfazione, dopo tante corse, tanta tensione di vedere i due protagonista in un momento di tranquillità aiuta a dirimere questo senso di distacco che la Stuart da sempre utilizza in questa serie. Ma rimane un romanzo godibilissimo, soprattutto per questa stagione, che impone letture facili, veloci, leggere e che concedano evasione da tutto e da tutti.


Ohara Sanzen-in Temple #japan #kyoto:

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Anne Stuart è nata a Filadelfia, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, in una famiglia di grande tradizione culturale ed è cresciuta a Princeton, nel New Jersey.Sin dalla più tenera età ha dimostrato un'innata predisposizione per la letteratura, tanto che ha iniziato a scrivere racconti d'amore quando ancora frequentava le medie inferiori.Quando la sola lettura non l'ha più pienamente soddisfatta, ha scritto il suo primo romanzo d'atmosfera gotica, intitolato Barrett's Hill. Questo primo romanzo è stato pubblicato da Ballantine nel 1974, quando Anne aveva solo venticinque anni! Successivamente i suoi lavori sono stati pubblicati da moltissimi editori di prestigio, tra cui Dell, Doubleday, Berkley, St. Matrin's, Pocket Books, Avon, Signet, Zebra, Fawcett, Silhouette, Harlequin e MIRA.Attualmente scrive romanzi ricchi di suspense per MIRA, romanzi rosa per Harlequin American Romance e anche romanzi storici.Anne nel Vermont, con il marito , i due fgli , quattro gatti e uno springer spaniel.
lunedì 25 luglio 2016

Recensione: "Il Giardiniere del Re" di Philippa Gregory







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Il
Giardiniere
del Re
di Philippa Gregory
pagine 500 circa
prezzo 19.90€
ebook 9.99€
Sperling and Kupfer
già disponibile
voto:
 ★★
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 La serie " Tradescant" è composta da:
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1. Earthly Joys - Il Giardiniere del Re
2. Virgin Earth - Il Giardiniere del Nuovo Mondo (già disponibile)
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Viaggiatore instancabile, primo architetto di giardini, raffinato conoscitore della natura, leale confidente di nobili e reali d'Inghilterra nel secolo delle grandi scoperte, il Seicento. Tutto questo e qualcosa di più è John Tradescant. 
Eppure era nato in una famiglia di umili origini, che solo il suo straordinario talento, e la sua proverbiale discrezione, avevano fatto dimenticare.
Tanto da farlo diventare il giardiniere del re, e soprattutto l'affidabile e silenzioso depositario dei più reconditi segreti della corte di
Carlo I.
 
Compresi quelli che riguardavano l'impareggiabile Duca di Buckingham, l'uomo più potente – e controverso – di tutto il Paese. 
Circondato dal lusso e dalla ricchezza, dall'amore della moglie e dei figli, dall'amicizia dei potenti, il giardiniere reale non poteva certo aspettarsi che la Storia lo avrebbe travolto insieme a chi lo aveva protetto. Ma il popolo può essere feroce contro chi considera un usurpatore, e l'esistenza idilliaca di Tradescant fu sconvolta da una sanguinosa guerra civile. 
John si trovò all'improvviso dalla parte sbagliata delle barricate. 
E dovette fare la scelta più difficile della sua vita. 
Con il suo Giardiniere del re, primo volume di un dittico travolgente, Philippa Gregory ridà corpo a uno degli uomini più affascinanti dei suoi romanzi: geniale e avventuroso, John Tradescant vive in equilibrio fra una natura che domina con passione e il lusso sfrenato e decadente di una corte dal destino segnato.



Considerazioni.
Ecco la mia ultima settimana di recensioni (che vi avverto farò a pioggia) prima iniziare finalmente le agognare vacanze estive e lasciarvi per ritrovarvi poi a settembre.
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Prima di lasciarvi a spiagge assolate, a gioni pieni di sole di mare/montagna/pianura/collina, ho pensato di proporvi, per tutta la settimana, giorno per giorno, tutta una serie di romanzi che sono appena usciti e che potrebbero ben intrattenervi per le vostre vacanze, ovunque esse siano.
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Per questo lunedi dell'ultima settimana di luglio, ho pensato di proporvi un romanzo storico che ha tutte le premesse e le carte in regola per attrarre coloro di voi che amano i romanzi che portano indietro nel tempo e scoprono personaggi storici che non abbiamo mai sentito nominare, ho sentito ma mai approfondito, e che riportano una storia che supera la fantasia.
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Philippa Gregory ci narra infatti di John Tradescant, un botanico/naturalista - all'epoca della morte della regina Elisabetta I - il quale amava, non solo a livello accademico, il mondo vegetale, ma amava giocare con le componsizioni e la sistemazioni delle piante, crendo giardini stupendi e degni di un giardino reale. John Tradescant, per conoscere, studiare e viaggiare per il mondo è spesso a contatto con politici e con la politica e proprio questo è il lato che meno gli interessa e lo tocca, ma con cui dovrà comuqnue confrontarsi, volente o nolente ...


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"Il Giardiniere del Re" è stata una storia estremamente interessante, piacevole, affascinante ed anche molto istruttiva, perchè ha saputo coinvolgermi con una trama particolare laquale miha condotto ad un argomento di cui onestamente sapevo poco e che invece mi ha stupito per la bellezza a cui mi ha portato, alla richezza di tipologie botaniche che mi ha fatto conoscere (senza essere logorroica ed eccessivamente tecnica), alla passione viscerale per un mondo che credevo più sterile di quanto pensassi (e che invece non è), nonchè per avermi fatto conoscere il passato di un mestiere che all'epoca era davvero complesso, difficile, pericoloso e periglioso.
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Ho inoltre apprezzato la Gregory per aver scelto una tematica diversa, che si allontanasse un pochino dai Tudor & Co. (non che mi lamenti, li amo tutti i suoi romanzi) in quanto è difficile da narrare senza incappare in errori come la ridondanza di termini, il poco spessore dei personaggi e una storia piatta per via del troppo tecnicismo. Invece, forse grazie anche un'incredibile esperienza e un'innata propensione a gestire trame complesse, la Gregory ha portato alla luce la storia di Tradescant conferendogli fascino e mistero, bellezza e grazia, svelandone luci ed ombre, amori e conflitti, non nascondendo le parti più brutali e complessa ma svelando anche bei momenti felici e intensi.
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"Il Giardiniere del Re" è un romanzo che mi è rimasto molto impresso sia per la storia, che non mi aspettavo mi piacesse tanto, sia per la figura di Tradescant, che risulta essere più moderno di quanto pensassi con i suoi modi rilassati, sicuri ma spigliati, in generale poco incline a seguire le mode del momento, i vezzi della società a cui era costretto ad unirsi per ovvi motivi, disposto a cambiare a secondo della situazione, del momento e all'ambiente in cui doveva muoversi. Non solo, ma Tradescant è affscinante anche per il suo passato, il suo carattere, il suo modo di reagire tanto alle difficoltà quanto di gioire a qualcosa che lo rende felice e soddisfatto.
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Insomma, vi consiglio di leggere questo romanzo perchè ne vale proprio la pena e alla fine della lettura vi troverete ad amare profondamente tanto la storia che i personaggi che si muovono sullo sfondo della trama che la Gregory ha romanzato per voi. Davvero molto, ma molto carino.




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E se questo romanzo vi interessa, vi farà piacere sapere che è già disponibile il seguito:


 

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Il
Giardino
del Nuovo
Mondo
di Philippa Gregory
pagine 480 circa
prezzo 19.90€
ebook 9.99€
Sperling and Kupfer
già disponibile
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Mentre l'Inghilterra scende in guerra civile, il giovane John Tradescant, giardiniere di re Carlo I, trova la sua lealtà nella questione. Il suo status accresce il pericolo per la sua famiglia. Temendo la sconfitta reale e determinato a evitare di servire i ribelli, John sfugge nella colonia monarchica della Virginia, una terra piena di fertilità che smuove la sua passione per la botanica. Solo i popoli nativi americani capiscono la foresta, e John è attratto dal loro modo di vivere non appena essi entrano in conflitto fatale con i coloni. Diviso tra la sua lealtà al suo paese, la famiglia e il suo amore per una ragazza Powhatan, che incarna la libertà che cerca, John deve ritrovare se stesso prima di essere pronto a scegliere la sua direzione nella terra vergine.

Philippa Gregory, scrittrice e giornalista radiotelevisiva, si è laureata in Letteratura all'Università di Edimburgo. Tra i suoi libri spiccano numerosi romanzi storici di grande successo internazionale. Vive con la famiglia nel Nord dell'Inghilterra. Il suo sito è: www.philippagregory.com


venerdì 22 luglio 2016

Recensione: "Giada. Un amore colpevole" di Anna Chillon









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Giada
Un amore
Colpevole
di Anna Chillon
pagine 347
prezzo 11.90€
ebook 3.90€
autopubblicato
già disponibile
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Non ero pronta per lui, ma questo non gli importò. 
Entrò come un tornado nella mia vita,
la stravolse spezzandomi il fiato
e mi rese donna,
a dispetto di tutto e tutti.

 *****
Il giorno del mio diciottesimo compleanno, spiando quel ragazzaccio condannato ai lavori socialmente utili, pensai che la vita stesse per sorridermi, lungi dall’immaginare cosa in realtà stesse per serbarmi.
Qualcosa più grande di me mi avrebbe presto travolta, scossa alle fondamenta, gettando il mio corpo e il mio cuore in pasto a una persona con l’animo di un lupo selvatico. 
Per tutti sarebbe stato uno scandalo e una vergogna: nessuno avrebbe compreso, perché nessuno conosceva le molteplici verità che quel lupo era stato così bravo a celare.
Forse un cuore, seppur logoro, l’aveva anche lui.
E forse, se avessi lottato e ignorato le apparenze, prima o poi lo avrei scoperto.

Considerazioni.
Devo dire che di questa autrice italiana ho potuto leggere un romanzo che mi era piaciuto molto, ovvero Alakim. Subito sono quindi stata molto elettrizzata nel sapere che aveva scritto un nuovo romanzo, tanto più che appartiene ad un genere totalmente diverso da quello del primo libro che avevo letto. "Giada. Un amore colpevole" è infatti un romanzo erotico, sentimentale, che indaga la psicologia e si muove nella vita di Giada, mentre Alakim era un libro prettamente fantasy.
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"Giada. Un amore colpevole" segue un po' il filone che si è imposto negli ultimi anni, ovvero quello di raccontare la storia di una giovane donna, con una vita sentimentale agli albori, che incontra, nel giorno del suo compleanno, un ragazzo poco raccomandabile condannato ai lavori socialmente utili. Ovviamente, sin dal primo incontro, tra i due accade qualcosa di inspiegabile e dolcissimo che si scontra troppo presto con un altro rapporto destinato a divenire qualcosa di morboso, con un certo Vincent - ovvero l'amico del padre della ragazza il quale doveva sorvegliare a che lei non s'intrattenesse con Simon o qualsiasi altro uomo in assenza dei genitori per qualche giorno - che la inizia ai piaceri della carne, alla sensuale arte del piacere dalla quale Giada non riesce a tornare indietro, perdendosi inevitabilmente ... la relazione impensabile, inesorabile e immorale tra una ragazzina a appena divenuta donna ed un uomo molto più grande di lei (l'amico del padre ha una quarantina d'anni) e quella verso Simon, a cui Giada si sente profondamente legata, sono al centro di un intricato triangolo da cui sarà difficile uscire per la protagonista perché Giada inizia ad avere degli strani desideri, delle fantasie proibite che solo un uomo maturo come Vincent può aiutarla a realizzare, anche se nel suo cuore alberga la voglia di scegliere Simon ...
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Anna Chillon in questo romanzo vuole scandagliare il sentimento del proibito, della sensualità persistente, del desiderio e della passione che porta inevitabilmente a perdersi e andare lontano da se stessi sino a non riconoscersi più. Parlando di tematiche scomode, ambigue e difficili l'autrice voleva parlarci di tante cose, come la differenza tra amore e passione, tra passione e ossessione, la differenza di età per una storia passionale e la differenza con una storia importante, sul lungo periodo (sono cose diverse e l'età non è mai importante?) e così via ...
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Devo dire che sebbene, per alcuni versi, la scrittrice sia riuscita, per me, a portare nella storia quella sensualità che andava cercando e indagando, complessivamente la storia non è riuscita a darmi quelle sensazioni che avrei voluto trovare, per una ragione o per l'altra non sono proprio riuscita ad entrare in sintonia con i personaggi, vuoi perché troppo lontano da me vuoi perché un po' stereotipati dai dialoghi, che non li hanno valorizzati o approfonditi come avrebbero invece dovuto fare. Anche la storia, fino a metà, riesce a catturare l'attenzione, ma poi si perde avvolgendosi su se stessa, ripetendosi in un eterno ritorno senza evoluzione. Il romanzo termina, ma Giada rimane sempre la stessa, con qualche consapevolezza in più, ma sostanzialmente la stessa, con le sue paure, le sue ansie, le sue insicurezza, la sua frustrazione e lesse fragilità, come se quanto vissuto fosse stato fonte di esperienza fisica e passionale, ma fine a se stessa, in pratica ...

Pensavo di trovare un romanzo cupo, profondo, tremendamente tormento e ritorto sulle figure del personaggi, del loro passato, delle loro volontà, qualcosa che nascesse dalla psicologia complessa e oscura dei personaggi e si riverberasse nelle azioni così fisiche e necessariamente passionali, ma è stato un peccato, e lo dico con il cuore in mano, non trovarvi molto di quella Chillon che avevo invece amato nel romanzo precedente, in qualche modo e per sotto un'altra luce, ovviamente. 
Ho apprezzato moltissimo, però il fatto che la Chillon si sia cimenta in un romanzo profondamente diverso sia nel genere, che nello stile quanto per le tematiche, è una cosa che le fa onore a prescindere in quanto sperimentare, in un autore o un un'autrice è una cosa bellissima che spinge a opere inaspettate, alcune più riuscite di altre, ma comunque bellissime e secondo me la Chillon, sebbene mi sia piaciuta di più in altri momenti e altri libri, arriverà, con sperimentazione dopo sperimentazione, opera dopo opera, a scrivere qualcosa di sorprendente, ne sono assolutamente sicura.

Anna Chillon dice di sè "Dev’essere una deformazione che risale alla radice. La maestra ci suggeriva una parola e noi dovevamo scrivere una frase. Le mie erano molto lunghe e continuavano anche dopo il punto. Erano storie. In principio vi fu il diario delle mie avventure adolescenziali, poi vennero le lettere d’amore, d’amicizia, le confessioni, ma è stato con i racconti che ho cominciato a cimentarmi seriamente in quest’arte e ho iniziato a desiderare di poter condividere i miei scritti. Nel duemiladieci, ho così dato vita al blog Solosua.it, creato utilizzando lo pseudonimo di Anita Rebelle. Un nome d’arte scelto di proposito, in considerazione della connotazione fortemente erotica della maggior parte dei miei racconti. Anita Rebelle era il mio alter-ego, attraverso il quale accantonavo la tediosa moralità per divenire narratrice di storie torbide e passionali. Calandomi in questa dimensione Solosua.it diventava il mio parco giochi, costituendo allo stesso tempo una realtà che mi ha permesso di entrare in contatto con i miei lettori. Ma come ogni scrittrice, limitarmi ai racconti, fossero anche long-fiction, non mi bastava. Volevo scrivere romanzi. Volevo mettere in gioco le mie debolezze e la mia determinazione, immergendomi a pieno in una storia corposa o magari un’intera serie. Così è iniziato il mio percorso come autrice, decidendo di realizzare il mio romanzo d’esordio: un urban fantasy che fosse una storia di lotta, amore, fede e amicizia senza riserve, in cui mettere molti colpi di scena e molta azione, ma anche tanta rabbia e voglia di libertà. Un viaggio attraverso forti passioni e drammi, sempre connotato da una grande carica erotica. Tutto ciò è Alakim, scrigno magico di emozioni profonde e segrete. E per quanti saranno i curiosi che vorranno sollevarne il coperchio, spero di poter suscitare loro un sorriso, una riflessione, o anche soltanto una semplice emozione."
mercoledì 20 luglio 2016

Recensione: "L'eredità" di Louisa May Alcott











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L'Eredità
di Louisa May Alcott
pagine 144
prezzo 12€
Jo March 
agenzia letteraria 
già disponibile
voto:
★★★★
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Università̀ di Harvard.
È una luminosa giornata di luglio di qualche anno fa. Tra le pareti della Houghton Library, qualcuno consulta febbrilmente lo schedario, e d’un tratto rimane col fiato sospeso. I ricercatori Joel Myerson e Daniel Shealy hanno fatto richiesta, soltanto qualche giorno prima, di visionare un carteggio familiare di una delle più̀ importanti scrittrici americane del xix secolo, del quale però scoprono non sia rimasta alcuna traccia. Una scheda di pochi pollici pare spalancare, invece, una possibilità̀ del tutto inaspettata: «Alcott, Louisa May. L’eredità. Manoscritto autografo; 1849».
In preda allo sconcerto e all’entusiasmo, scarabocchiano in fretta il numero di collocazione e consegnano la richiesta di prestito ai bibliotecari. Tra le carte del loro tavolo di lavoro fa capolino, come un magico scrigno venuto dal passato, un taccuino rosso, delle dimensioni di un diario, che reca una scrittura inconfondibile.
Sulla parte interna della copertina trovano attaccato un cartoncino con su scritto: «Il mio primo romanzo | scritto a diciassette anni | High St. Boston».
Quasi increduli, i due studiosi iniziano a leggere le pagine di un’affascinante storia trascurata fino a quell’istante: protagonista è Edith Adelon, una povera orfana di origini italiane, accolta e allevata dalla nobile famiglia inglese degli Hamilton, presso i quali diviene istitutrice e poi compagna della giovane Lady Amy. Una lunga lettera svelerà̀ alla ragazza l’inverosimile mistero della sua nascita.
Scritto sotto l’influenza dei romanzi gotici in voga al tempo, ancora acerbo nello stile eppure originale nella stesura, L’eredità è, dunque, l’incantevole primo esperimento letterario di colei che diventerà̀ la celebre Autrice di Piccole Donne. 
 

 Considerazioni.
I volumi che spesso consideriamo come perduti o che non sospettiamo neppure esistano in lingua italiana sono pubblicati molto spesso, da case editrici molto piccole, in cui si inciampa per caso, come la Jo March Agenzia Letterari. Questa casa editrice, che pubblica pochi romanzi, ma divinamente, sia per quanto riguarda la cura della traduzione che l'impaginazione, nonchè la scelta della copertina, mi ha questa volta aiutato a riscoprire un volume di cui non conoscevo assolutamente l'esistenza, ovvero "L'eredità" di una certa Louisa May Alcott. Quest'ultima, conosciuta principalmente per i romanzi legari alla famiglia March e alle sue piccole donne, sebbene abbia incentrato i suoi volumi sulle donne March, ha sperimentato sia prima che dopo cimentandosi in opere diverse, con argomentazioni anche lontane rispetto a quelle che l'hanno fatta divenire famosa.

E' il caso di questo piccolo romanzo - che non fu pubblicato in America fino al 1997, in quanto scoperto per caso - che ci propone un esperimento letterario della Alcott la quale ci racconta la storia di Edith, una giovane molto dolce, umile, riservata, onesta e a tratti decisamente malinconica. "L'eredità" solca la moda dell'epoca imponendosi con tratti gotici e raccontandoci come Edith, povera orfana tanto bellla quanto povera e senza alcun legame su questa terra, che viene accolta dalla facoltosa famiglia Hamilton, in veste di istitutrice, con cui si trova bene e in cui riesce ad intregrarsi grazie alla sua indole buona e discreta. Nasce anche un rapporto speciale con Lord Percy, ostacolato, come il periodo voleva, dalla cugina di Lord Percy, Lady Ida Clare, invidiosa della bontà e della bellezza di Edith.

Quest'ultima proverà in ogni modo a tiranneggiare e tendere trappole alla povera istitutrice, che sopporterà i suoi modi scortesi e i suoi gesti stizziti per amore degli Hamilton e di Lord Percy in paricolare. Quest'ultimo, giovane silenzioso molto bello, con uno spiccato senso dell'onore e del rispetto che cerca di mettere da parte e sopire i sentimenti che prova per Edith, ma che ad un certo punto non riesce più a nascondere, nè mascherare per il tormento a cui lo conducono. Non solo, ma dovrà scontrarsi con un rivale davvero poco nobile d'intenti e d'animo, un certo Lord Arlington...

Questo piccolo racconto della Alcott è un romanzo che non presenta particolare originalità, ma essendo la prima opera, il primo tentativo di scrittura dell'autrice, devo dire che complessivamente è un romanzo piacevolissimo, che per quanto manchi in tecnica, in spessore dei personaggi (cosa complessa) compensa in entusiasmo, tematiche e appassionante voglia di portare una ventata di aria fresca nell'atmosfera sin troppo bigotta dell'epoca.

La Alcott, che ho amato profondamente per "Le piccole donne" e i vari seguiti, l'ho ritrovata, anche se pià giovane ed inesperta, anche in questa storia davvero carina, dal finale prevedibile certo e con una contrapposizione tra bene e male molto spiccata sia nei personaggi che nelle situazioni (impossibile non notare la contrapposizione tra Edith e Ida, tra Lord Percy e Lord Arlington, sono per riportare alcuni esempi...) ma ho riconosciuto subito l'animo indomito della Alcott, che muove contro la società bigotta, che cerca di svegliare l'animo dormiente di coloro che credono ancora ad una sepazione tra classi sociali e non vedono la possibilità di commistione delle persone, che possano conoscersi ed amarsi in quanto tali e non solo nell'ambito della loro classe sociale di appartenenza ... ed infatti eccola osare e far si che Lord Percy veda Edith come donna e non come istitutrice.

Insomma, per questa afosa estate voglio condurvi tra le braccia di un'autrice che vuole portarvi oltre le differenze sociale, in un mondo che non è più, raccontandovi una sorta di favola con una protagonista tutt'altro che docile e indifesa.

Nature - Cosmos flowers with blue sky.:

Louisa May Alcott (1832-1888), una delle più importanti autrici americane di sempre, era figlia del trascendentalista Amos Bronson. Dedicò tutta la vita alla sua famiglia, che ricordò attraverso i personaggi della famiglia March in "Piccole Donne", primo libro della nota saga che appassionò lettori di tutto il mondo, garantendole fama e ricchezza. Sotto pseudonimo, scrisse romanzi e racconti di ambientazione gotica e genere sensazionalistico.