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mercoledì 11 maggio 2016

Recensione: "La confessione di Roman Markin" di Anthony Marra








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La 
confessione 
di Roman Markin
di Anthony Marra
Pagine 320 circa
Prezzo 19.90€
Frassinelli
già disponibile
voto:
★★★★
--o--








Roman Markin amava l’arte, l’aveva studiata, sognava di diventare un pittore. Ma nella Russia staliniana, più che artisti, servivano «censori di immagini», deputati a modificare dipinti e fotografie per cancellare personaggi caduti in disgrazia e considerati traditori dal regime. 
Ma Roman non resiste alla tentazione di salvare o di aggiungere volti e particolari perché restino tracce, anche se quasi invisibili, di chi ha amato, di chi è stato, e di quello che è stato. Così, da un lato rifiuta − anche se nemmeno lui sa bene perché, forse solo per amore della bellezza − di cancellare del tutto la figura aggraziata di una ballerina invisa al regime, dall’altro inserisce il volto del perduto fratello Vas’ka ovunque, nelle fotografie ufficiali, nei quadri del realismo socialista, persino su un paesaggio bucolico ceceno dipinto nel XIX secolo dal pittore Zacharov. 
Ed è seguendo negli anni il destino di quel quadro, e del paesaggio che rappresenta, che si snoda questa storia fatta di tante storie e di tanti destini, intrecciati tra loro, al di là del tempo e dello spazio. Dal quadro spariranno delle figure, e altre ne appariranno, come se il dipinto volesse in qualche modo seguire le vicende tragiche del luogo che rappresenta. 
Il risultato è un libro per certi aspetti indescrivibile, tecnicamente perfetto ma nello stesso tempo arioso e struggente, profondo e luminoso, pieno di umanità e di vita.

The Tsar of Love and Techno
cover originale

Considerazioni.
Marra sa scrivere, sa farlo bene, intesamente, comunicando i messaggi che ha in mente per risvegliare nel lettori argomenti lontani, molto spesso difficili, complessi e dolorosi. Ma lo fa con mestiere, stile e argutezza. Insomma, leggere Marra è sempre complicato, doloroso ma decisamente appagante per narrazione e animo.

Perchè vi dico tutto questo? Perchè non è una storia che si legga con l'animo leggero o con il presupposto di leggere una storia che sottragga alla vita di tutti giorni con animo gioviale e allegro. Anzi.


Travel brochure "Leningrad," circa 1931. Published by Intourist. Designed by Nikolai N. Jukov:

"La confessione di Roman Markin" è una vicenda che ci porta in Russia (tra il periodo delle purghe di Stalin, sino agli scontri avvenuti con i Ceceni dei giorni nostri) per essere precisi a Leningrado e che ci narra di un certo Roman Markin, il quale era un censore per il regime stalinista, nel 1937 circa.
Roman era una mente brillante amante dell'arte, un sognatore, un'artista che voleva diventare tale, che anelava dipingere e vivere dell'arte. Come per molti ecco che anche per Roman le cose non vanno proprio come previsto e invece di essere un'artista, diventa «censore di immagini» per il regime staliniano. Il suo lavoro diventa "manipolare", cancellando all'occorrenza, determinati volti dai dipinti, dalle fotografie e in generale le immagini che ritraggono volti "scomodi" al regime (es. i traditori, ecc...). 
Roman giorno dopo giorno si reca al lavoro facendo una cosa che non vuole fare, ma per terrore di quello che potrebbe capirargli (come ad esempio sparire misteriosamente, per volontà dello Stato, nel medesimo modo del fratello Vaska) svolge i compiti che gli vendono imposti, inneggia alla propaganza comunista come gli viene detto, ma con una piccola libertà, tutto sommato: nel momento in cui cancella un volto, infatti, sostituisce ad esso quello del fratello scomparso.
Ma questa non è solo la storia di Roman, ed infatti incontriamo altri volti, altri personaggi: dalla ballerina che Roman cancella con l'aerografo in una delle foto che ha il compito di visionare, la quale si sposa con un ricco oligarca, fino alla nipote di quest'ultima che ama e piange il suo primo amore, un certo Kolja, per poi raccontarci di un direttore del museo di Grozny, in Cecenia nonchè quello un ragazzo di San Pietroburgo e di uno ceceno dei nostri giorni.

Tutte queste storie si sovrappongono e ci scorrono tra le mani come se Marra ci narrasse delle loro vicende man mano che passiamo da una foto ad un'altra. E ci viene detto quanto successo a Roman, ai suoi nipoti e ai nipoti degli altri protagonisti con uno scopo ben preciso e consapevole che è bene scoprire...
Il romanzo è interessante non solamente per il fatto che narra una storia ben strutturata, che mescola passato e presente in modo avvincente, ma anche perchè il tutto è decisamente ben articolato tanto nell'intreccio delle vite dei vari personaggi che incontriamo nella storia, quanto nell'inserimento di riflessioni importanti.
E proprio queste ultime mi hanno colpito sia perchè sono maturate da uno studio storico decisamente approfondito (Marra è un fine conoscitore della storia russa) sia perchè pongono delle riflessioni - indirettamente - anche a noi, sul nostro modo di vivere e sulla nostra società.

In "La confessione di Roman Markin" fa di più che raccontarci la semplici e straordinaria storia Marra mescola arte, politica, rilfessione, vita, destino, brutalità, amore, perdono, perdita, odio, oppressione, libertà e tanto altro. 
Complessivamente è stata una lettura difficile (non tanto per il linguaggio, quanto piuttosto per gli argomenti trattati), che mi ha tolto qualcosa (il sonno, per esempio, perchè desideravo finirlo più fretta possibile) ma che mi ha anche dato qualcosa (una lucida visione di certi eventi e certe circostanze) di cui sono grata a Marra. 
Anthony Marra è in grado di descrivere la natura, l'essenza di noi individui in modo particolare e profondo, e in questa opera decide di farlo nelle condizioni peggiori, in un periodo storico tremendo e crudele, in cui le persone sparivano misteriosamente, in cui si cancellavano i volti dei nemici, dei traditori dello Stato, dalle foto e dalle immagini pubbliche come sfregio ulteriore alle loro morti, dove bastava nulla per lasciare questo mondo tra le più grandi penurie e torture.
"La confessione di Roman Markin"è un romanzo che consiglio a tutti coloro che vogliano cimentarsi con una lettura impegnata, che hanno voglia di affidarsi ad una fine scrittura, ad un romanzo che ha alle spalle una mente brillante la quale parte da semplici fatti storici per indurci a riflessioni di più ampio spettro, a considerazioni che ci conducono all'essenza dell'umana natura e quindi anche alla ragione della così diversa e crudele natura che appartiene (in misura - per fortuna - variabile) agli uomini.

Saint Petersburg Mosque, Russia:
Anthony Marra Nato a Washington nel 1984, Anthony Marra abita a Oakland, in California. Dopo un periodo di studi nell'Europa dell'Est, ha frequentato un Master in scrittura creativa alla Iowa University e insegna attualmente alla Stanford University.

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