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lunedì 27 luglio 2015

Recensione: "Il paradosso di Pancrazio" di Luigi Pistillo


 

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Il Paradosso
di Pancrazio
di Luigi Pistillo
pagine 250 circa
prezzo 16€
Mursia Editore
già disponibile
voto:
3/5

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Come il calabrone vola a dispetto delle leggi della fisica, allo stesso modo Pancrazio vive pur sprovvisto di tutti gli attributi necessari e sufficienti per affrontare la multiforme e ostile metropoli milanese.
Un paradosso vivente, questo è Pancrazio.
Stralunato e ingenuo precario esistenziale, senza un lavoro fisso, senza cultura, senza passioni (a parte le donne e la collezione di tappi), un po' sovrappeso, il protagonista di questo romanzo è ogni giorno alle prese con gli enigmi della realtà che di volta in volta hanno il volto di improbabili ciarlatani di televendite, ragazze rimediate via Internet, vicine di casa sadiche, medici avidi e artisti d'avanguardia, pubblici amministratori inaffidabili.
Per tacere della sua famiglia e degli amici. Pancrazio, il Biagiotti, la signora Giovanna – rispettivamente padre e madre del paradosso vivente – e Franco, l'amico di sempre, compongono una bizzarra compagnia di ventura alle prese con la vita e la sua straordinaria assurdità. Divertente, grottesco, satirico, spietato e tenero, questo romanzo guarda il mondo con gli occhi ingenui di Pancrazio.
E lo vede per quello che è: un rumoroso caravanserraglio dove nessuno può dirsi davvero normale. A parte Pancrazio che, paradossalmente, ha tutte le qualità senza averne nessuna.





Considerazioni.
Che si parli di un uomo che costituisce un paradosso vivente lo avrete compreso dal titolo, ma se leggete questa recensione è perché ne siete in qualche modo incuriositi, ma probabilmente non sapete bene cosa aspettarvi.

All'inizio, nemmeno io. Ma è molto facile entrare nel mondo di Pancrazio e grazie a Pistillo è  anche immediatamente accessibile e facile da fare proprio, confrontando le proprie caratteristiche con le peculiarità del personaggio in questione.
Pistillo, partendo da un personaggio semplice, pieno di contraddizioni, incomprensibili punti di vista e ragionamenti strampalati, ci mostra tanto il microcosmo in cui questo si muove, quanto il modo di interfacciarsi con la realtà che lo circonda. E sono due esperienze piene di ironia, di sardonico disincanto e anche di velata critica al mondo moderno che ci circonda - e a volte troppo imbecca su come vivere - alle persone che compongono il nostro paese e i principi morali e che lo muovono.

Si parte da un personaggio semplice, apparentemente poco (o per nulla) complesso, con caratteristiche decisamente esautorate per approcciarsi a una serie di avventure (in quanto il romanzo è più una raccolta di momenti che un vero e proprio racconto unico) in cui si vede Pancrazio tentare di confrontarsi con persone (conosciute e sconosciute), situazioni (vecchie e nuove) ed eventi che mettono alla prova il suo immoto modo di vivere, il suo mediocre modo di pensare e le sue passioni pacate e incolori.

Sembra infatti impossibile vedere Pancrazio darsi una mossa in ogni campo: lavoro, sentimenti, famiglia, amicizie, ecc... e la sua inconsapevolezza, a volte cecità è quasi impressionante e a tratti fastidiosa nella sua accidiosa costanza.
Ma Pistillo, con il palese obiettivo di dipingere pregi e difetti di quello che siamo, come siamo e metterceli sotto gli occhi, riesce bene e l'inettitudine di Pancrazio riesce quasi a dare uno schiaffo e una mossa, almeno morale, a chi legge.

Il romanzo, più per la vicenda in se stessa, mi è piaciuto molto per come viene narrato e proposto (negli argomenti e negli intenti) del suo creatore. Pistillo mi ha infatti molto colpito per il suo stile immediato, sincero (parla direttamente con il lettore) e semplice, per la sua voglia ed entusiasmo di narrare la storia di un personaggio che non sembra avere pregi o meriti se non quello dell'onestà e coerenza con se stesso e i suoi propositi. 
Pinketts aveva ragione quando ha affermato che «Pancrazio è un po' cugino di Candide, cognato sfigato di Forrest Gump, ma sostanzialmente figlio spaesato di Marcovaldo. Un umorismo irresistibile sul paradosso di una realtà inaccettabile, ma condivisibile.» perchè è fondamentalmene un ignavo, persino oltre il disincanto, l'abbandono e la lotta. Adatto anche il suo paragone a Fantozzi:  Fantozzi sta agli anni '70 come Pancrazio sta agli anni 2000. 
Pancrazio è oltre tutto e in coda a tutto e per questo è un personaggio interessante da osservare, come un pesce nella sua boccia d'acqua o gli uccellini in gabbia della copertina: per vedere cosa combina con quanto lo circonda e reagisce agli stimoli che lo circondano siano essi incarnati da suo padre, sua madre il suo amico Franco o ancora debba interfacciarsi con il teatro, la Croce Rossa i vicini e le donne...
Complessivamente è un romanzo che ho apprezzato molto per la sua autocritica alla mediocrità come obiettivo e come sprone (almeno ho voluto vederlo) e ho apprezzato uno scrittore di cui mi è molto piaciuto lo stile. 
Consiglio questa opera a tutti coloro che vogliono leggere un romanzo diverso e pieno di spunti di riflessione, in salsa ironica!


Luigi Pistillo, nato a Campobasso, vive a Milano. Ha conseguito la laurea in Lettere Moderne all’Università di Urbino. Collabora con vari periodici in qualità di critico drammatico e letterario. È autore di opere e di adattamenti teatrali. Già direttore artistico del Lombardia Festival e di numerose altre manifestazioni, ha scritto e diretto il film Trincea, presentato in vari festival a New York, Berlino, Lubiana. Il paradosso di Pancrazio è il suo primo romanzo. 

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