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martedì 30 settembre 2014

Recensione: “L’uomo che metteva in ordine il mondo” di Fredrik Backman

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L'uomo 
che metteva
in ordine 
il mondo
di Fredrik Backman
Pagine 321
Prezzo 18€
Mondadori
voto:
 5/5
--o--








 
Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina" e in effetti lui ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. 
cover originale
Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. 
Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all'ordine, non trovare il posto giusto. 
Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l'acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello... Ma... Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. 
In questo caso è l'arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. 
E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male...
 

Considerazioni.
E' stato il titolo a piacermi molto, perchè nasconde una sorta di erosione della pacatezza di cui si sostanzia la vita. E si è infatti dimostrato un romanzo particolarmente e assurdamente piacevole.

Ironia, drammaticità e scorbutica commozione. Questo è quanto mi ha trasmesso questo piccolo, ma potentissimo romanzo, che maschera, sotto la facciata brusca e irritante, una fragilità che muove a commozione e drammatica situazione sentimentale del protagonista Ove, che è bello da leggere per vedere come muta enormente rispetto all'apparenza.
La brutalità caratteriale un pò brusca, un pò scorbutica, parla di (e per) un uomo che ha  una vita eccepibilmente scandita tra una routin collaudatissima e piccoli e grandi manie di controllo che non si estendono solamente alla sua casa, alla sua vita, ma anche ai vicini tutti, ai loro comportamenti, le piccole violazioni condominiali su cui Ove ama tanto accanirsi.
La noia, la perfezione di una vita che volge al termine sia per entusiasmo che per sorpresa spinge Ove a riconsiderare i termini della sua esistenza e spingerlo a sottrarsi prematuramente dalla vita. Ovviamente non sarà una cosa non programmata nei minimi particolari: Ove infatti pagherà tutte le bollette, metterà in ordine tutte le sue cose, e prevederà ogni momento del suo suicidio. Tranne l'avvenimento che più di tutti modificherà la sua esistenza, facendogli rimandare l'evento tanto programmato ...

 

Backman mi è piaciuto sia per la trama che ha elaborato che per l'interessantissimo personaggio che ha creato, Ove.

Quest'ultimo è infatti un uomo anziano (ma non troppo, in fin dei conti ha 59 anni) che ha subito un crollo non da poco a seguito della morte della moglie, la quale gli era non solo carissima, ma essenziale; un dolore che lo ha reso schiavo di abitudini maniacali che lo rendono un uomo capace di muoversi in un acquario conosciuto, privo di emozioni se non per il burbero modo di rivolgersi e comportarsi con gli altri che concede ai suoi concittadini e vicini svedesi.
Ove usa la sua rabbia, i suoi modi prepotenti e bruschi come valvola di sfogo, come se incolpare gli altri fosse l'unica spiegazione naturale possibile per quello che gli è capitato, per non morire di dolore e sconforto.

E' stato bello potersi avvicinare a Ove, come zummando dall'esterno all'interno del suo essere, vedendo come in realtà, il suo essere distante, un pò freddo e scostante mascheri come una difesa dal mondo che lo ha derubato del suo amore, della sua felicità, e per questo del suo amore.
Ove non è un uomo cattivo, in quanto anche se sbuffa, si imbufalisce e impreca se gli viene domandato qualcosa, poi la fa, perchè mosso da buon cuore, da gentilezza che non riesce a non concedere.

Ed è bello vedere quello che accade alla sua routine quando novità arrivano nel suo quartiene a stravolgere le sue abitudini consolidate e salde, a mescolare le carte che lui credeva di così ben conoscere. Questi eventi, le persone in essi coinvolti (non voglio rovinanrvi troppo il romanzo e togliervi il modo e il come del processo, perdonate) saranno fondamentali nel processo per portare Ove a scoprire un modo, magari una via di mezzo tra quella passata e quella attuale, di vivere in modo sereno, riscoprendo magari la bellezza delle piccole cose, dei piccoli avvenimenti, senza magari rinunciare del tutto ai suoi modi prepotenti e un pò bruschi che alla fine possono risultare anche teneri ... no?

Mi è tanto piaciuto il modo di Backman di scrivere, di porre al centro di una storia non troppo complessa un personaggio compostto da moltissimo strati, che si sveste (metaforicamente, of course!) con piacere, tatto, gentilezza e molta sensibilità della sua maschera di dolore composta da freddezza, scostante ruvidezza, per farci vedere un uomo fragile, gentile e toccante. Backman dipinge con gentilezza i suoi momenti di dolcezza e rende bene il cambiamento di Ove, che si lascia imprimere senza sforzo alcuno nella mente.


 

Fredrik Backman è giornalista e blogger di enorme successo. Il protagonista di questo romanzo nasce nelle pagine del suo blog dove migliaia di lettori l'hanno amato, al punto di chiedere al suo autore di trasformarlo in un personaggio di romanzo. Tradotto in più di trentadue paesi, L'uomo che metteva in ordine il mondo è il libro più amato di Svezia negli ultimi anni.

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