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sabato 26 luglio 2014

Recensione: "Guilty Pleasure" di Ludovica Valle e Marcella Samà





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Guilty 
Pleasure
di Ludovica Valle
 e Marcella Samà
pagine 
Prezzo € 1,99
Lettere Animate
già dsponibile
voto:
4/5 
--o--











16 ottobre 1979. Ian Cosgrove, vocalist dei Guilty Pleasure, una band progressive rock all’apice del successo, sparisce nel nulla lasciando dietro di sé preoccupanti dettagli che fanno presagire un gesto estremo.
Nato da famiglia nobile, durante l’adolescenza viene per caso a conoscenza di un segreto che gli cambierà la vita. Quella che gli pareva, nonostante la sua patina di gelido contegno, la famiglia perfetta non lo è affatto. I suoi genitori sono in realtà i suoi nonni, incastrati nella farsa per evitare che un peccato di gioventù della figlia, rimasta incinta troppo presto e della persona sbagliata, potesse rovinare il buon nome del loro casato. La sconcertante consapevolezza di aver basato la sua vita su una menzogna e che, nonostante tenti disperatamente, la genetica gli impedisca di essere un figlio degno per colui che continua a considerare suo padre, incidono in maniera “devastante” sul disturbo bipolare di cui è affetto.
La prima parte della sua vita da adulto è, infatti, in completa balia di una spirale distruttiva e incontrollabile, ogni scusa buona per perpetrare il gioco al massacro di cui è regista e interprete e che un giorno gli permette di essere raccolto in un vicolo, pesto e dolorante dopo l’ennesima rissa, da David O’Connor e Kate Campbell.
I due lo convincono ad entrare a far parte della loro band che presto per Ian diventerà un surrogato della famiglia disfunzionale nella quale non riusciva più a sentirsi accettato.

 

Considerazioni.
Più che un romanzo legato al racconto delle vicende di alcuni personaggi è la storia di una presa di coscienza della propria identità e dell'accetazione del proprio passato. 
Ian, il protagonista di "Guilty Pleasure", dovrà infatti compiere un lungo viaggio, che inizia con l'aggregarsi ad una band e che lo porterà ad un' evoluzione e maturazione psicologica importante, grazie anche e soprattutto alle persone che compongono la band in questione (il cui nome è quello che consegna il titolo al romanzo). 
Ian appare sin da subito una persona molto complessa, assolutamente persa e priva di una personalità sicura, forte e decisa (che sta ancora cercando) a causa della scoperta che i suoi genitori siano in realtà i suoi nonni e che la sua nascita è legata a un taciuto scandalo che lo porta oltre un confine labile come il dolore e la sofferenza interiore.

Il percorso che condurrà Ian al successo musicale passa attraverso diverse e molteplici esperienze che lo renderanno sempre più consapevole di ciò che sta cercando e ciò che vuole essere in futuro. 
Non sarà sempre facile, non sarà sempre scontato, inoltre richiederà un certo numero di errori, ma la cosa più affascinante è il suo parallelismo con la band, che lo rispecchia e lo segue per tutto il racconto e permette di cogliere momenti tanto di comprensione del personggio "Ian" qunto di collettività con i "Guilty Pleasure" approfondendo meglio tanto il gruppo, quanto Ian persona singolo individuo.

Proprio mediante l'escamotage della formazione personale ed esistenziale di Ian, le autrici - scrivono in modo fluido, arguto e fondendo bene i loro stili narrativi -  affrotano diverse tematiche ed inmportanti, che spaziano dalla solitudine, all'amore, all'amicizia, ma anche il suicidio, la depressione, la bipolarità, malattia di cui Ian è affetto.
Insomma, argomenti non facilissimi e che possono "appesantire" molto un romanzo, ma fortunamente qui non accade e il romanzo prende il volo verso una complessa crescita che riamne impressa soprattutto per la forza e il coraggio del protagonista. 

Complessivamente, infatti, ne risulta un'opera complessa, con qualche pecca stilistica qua e là certo, ma non così brutale o rimarchevole da piegare il romanzo ad essere qualcosa di meno di quello che in realtà sia. 

"Guilty Pleasure" è infatti un romanzo intenso, pieno di complesse argomentazioni, di salti nel tempo tra passato e presente, di domande, ricerche di risposte che implicano non solo una ricerca della e introspezione specifica della personalità di Ian, ma anche, a cascata, della propria personalità e della propria singola ricerca. Ed è questo quello che mi ha più colpito del romanzo in questione: le domande che pone e le risposte che concede  e non condece, lasciando al lettore, a meno a livello esistenziale, trovare propria ragionevole considerazione, in modo da far pensare.

Consiglio quindi questo romanzo a coloro che vogliono leggere un romanzo impegnato, ma fluido, con un'ambientazione vintage (siamo negli anni '70) e con una narrazione un pò lenta ma con risvolti pregevoli ed interessanti.

 

Marcella Samà ha 27 anni, ha frequentato il Liceo Scientifico “G.B. Morgagni” e successivamente si è laurea in Ingegneria Informatica a Roma Tre. Fin da piccola scrive brevi storie che sostituiscano i finali di film e cartoni animati secondo il proprio gusto fino a quando limitarsi ad utilizzare personaggi creati da altri non è più abbastanza.

Ludovica Valle ha 36 anni, ha frequentato il Liceo Linguistico “Gaetana Agnesi” e subito dopo ha iniziato a lavorare nel mondo del cinema, come costumista e poi in produzione. Ha partecipato e vinto il concorso indetto dall’Istituto Luce S.p.A. per lo sviluppo di progetti cinematografici con il soggetto dal titolo provvisorio “IL SERPENTE”.

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