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mercoledì 26 giugno 2013

Recenzione: "La Veranda delle Magiche Attese" di Juliette Fay


Non devi smettere di sentire la mancanza di qualcuno che hai amato. 
Ma devi accettare il fatto che sentirla non significa 
per forza dire di no a una nuova felicità









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La Veranda 
delle Magiche Attese
di Juliette Fay
Pagine 464
Prezzo € 18,00
Sonzogno
--o--






A Janie La Marche, vedova da quattro mesi, sono rimasti i suoi due bambini e tanto dolore.
Shelter Me
cover originale
Poi, un giorno, alla sua porta si presenta inatteso Tug, un carpentiere che dice di essere venuto a costruire una veranda davanti a casa sua.
Janie cade dalle nuvole, ma Tug è più che deciso e lei a un tratto capisce tutto: la veranda è una sorpresa che il marito aveva organizzato prima di morire.
Ora che i soldi in casa scarseggiano, quella veranda non le ci voleva proprio.
E per di più, tutti si prodigano nel darle consigli: la zia petulante, la vicina di casa dispotica e sciantosa, il cugino pasticcere con la torta per ogni occasione, senza contare Tug, il tenace carpentiere, che se ne esce continuamente con splendide trovate.
Ma mentre l'ambizioso progetto prende forma, Janie scoprirà che grazie a quella veranda è la sua vita che comincia a rinascere.
E forse anche l'amore.

 

Considerazioni.
La storia di cui vi sto per raccontare è la storia di una donna che si trova a vivere nel conto dei giorno che la separano dal compagno di una vita, che un incidente ha portato via, lontano da lei, sia nella consistenza della vita, che nell'inconsistenza dei sentimenti.

Janie si ritrova improvvisamente da sola, con due figli piccoli: Carly e Dylan e pur volendo morire lentamente nelle lacrime, non può permetterselo e cerca di andare a avanti, dapprima cercando di sopravvivere ai giorni che si vede davanti, e poi trovando man mano un nuovo scopo, una nuova ragione d'esistenza per quello che fa, per quello che vuole.

In particolare, saranno una zia - molto particolare negli atteggiamenti - una madre - forte come una roccia - e un cugino - dolcemente attento - che nell'insistenza si coalizzano a smuovere Janie e la riporteranno a galla piano a piano dal suo dolore quasi corrosivo e autodistruttivo.

Mamma, zia e cugino non saranno però le uniche persone che faranno capolino nella vita di Janie, nella seconda parte del romanzo e della sua vita, in quanto incontrerà anche personaggi particolari, ma tutti utili alla sua ricostruzione mentale e fisica, come Jack, il prete, e Tug, il falegname, che la faranno pensare e in qualche modo innamorare di se stessa e degli altri.

 

Ma vediamo ora il romanzo come l'ho personalmente percipito, che dite?
Dunque, innanzitutto occorre dividere questo romanzo in due parti:

- la prima - e sicuramente la più cupa di tutto il romanzo - è la parte in cui conosciamo una Janie distrutta, straziata dal suo dolore immenso e incomprensibile, perchè ha appena perso una persona fondamentale della sua vita, che amava profondamente, la amava a tal punto da legarsi a lui per tutta la vita, di avere con lui dei figli e di lottare con lui nelle gioie e nei dolori dell'esistenza. Ad un tratto questa persona viene a mancare per un tragico incidente, in un attimo e l'accettazione per l'accadimento è incomprensibile, dura, quasi inaccetabile anche da spiegare ai figli piccoli.  

Qui la Fay è molto brava a scavare nell'animo di Janie, nel descriverne il dolore pressante, l'angoscia, il vuoto, la depressione che sfiora l'apatia dei sentimenti, per il dolore troppo grande. Ed è altrettanto brava nel comunicarcelo.

- la seconda parte è una parte più solare, di risalita, verso l'accettazione il superamento di quel dolore. Qui due sono le cose da notare, la prima è che lasciamo il sentimento di abbandono di Janie che vuole finalmente andare avanti, andare oltre, ma senza dimenticare il marito, soprattutto per se stessa e per i figli; la seconda è quella degli strumenti che la Fay proprone per il superamento e l'uscita dal dolore: l'amore. 

E con questo non pensiate necessariamente ad un altro amore, o almeno, non solo, ma pensate all'affetto dei cari, quelli più vicini, quelli che ci sostengono anche quando li trattiamo male, anche se tutto va storto e sono anche coloro che sanno quando farci male, per scuoterci, per farci andare avanti, per farci superare i momenti brutti e inabilitanti. 

Ho apprezzato moltissimo questa parte, in quanto la Fay si è dimostrata capace di narrare una storia con molteplici personaggi ed ha saputo gestire bene tutti quanti soprattutto in relazione alla figura di Janie, figura sempre perno del romanzo.

Nel complesso, dunque è una storia veramente molto valevole, ben narrata e che tocca tutta una serie di tematiche molto profonde e toccanti, ma certamente prive di spirito o di ironia, che non è in assoluto quello che cerca di comunicare l'autrice in questo romanzo, che invece cerca di farci arrivare una storia di rinascirta dopo un dolore che può sembrare infinito e insuperabile.

Belli anche i passaggi sotto forma di lettera che vi lascerò scoprire, ma sicuramente molto, ma molto inteso.



Juliette Fay è nata a Binghamton nello stato di New York e vive nel Massaschusetts con il marito e quattro figli. La veranda delle magiche attese è il primo dei suoi tre romanzi, tutti segnalati dal circuito delle librerie indipendenti americane. Il suo blog è pubblicato dall'Huffington Post.

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