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lunedì 3 giugno 2013

Recensione: "La sorella bugiarda" di Janice Steinberg

 




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La sorella 
bugiarda
di Janice Steinberg
pagine 392
prezzo € 18,50
Frassinelli
già disponibile
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A ottantacinque anni Elaine Greenstein, che non ha smesso di combattere neanche un giorno della sua vita, sembrerebbe rassegnata a trasferirsi nella casa di riposo Rancho Mañana, che ha ribattezzato ironicamente il Ranch Senza Domani. 
Mentre mette ordine tra le carte prima della partenza, però, Elaine trova un vecchio biglietto da visita sul quale, per quanto sia ingiallito, si legge nitidamente: 
Philip Marlowe
Detective 
The Tin Horse
cover originale
Sul retro del biglietto, scarabocchiato frettolosamente, un altro nome - Kay Devereaux - fa riaffiorare alla mente di Elaine il ricordo di Barbara, la sua gemella scomparsa da casa quando aveva diciotto anni, lasciandosi dietro una scia di guai e neanche la più pallida traccia.  
Almeno fino a questo momento: con il biglietto ritrovato come unico indizio, Elaine si imbarca in un'indagine a ritroso nel tempo che la riporta all'infanzia. 
Al quartiere di Los Angeles dove è cresciuta, costellato di improbabili scuole yiddish, sartorie fuori dal tempo e aromatiche gastronomie kasher. 
Alla bizzarra famiglia di origine, in cui ancora aleggiava la leggenda del nonno scappato dalla Russia e dal suo primo amore affrontando le acque profonde di un fiume gelido, e quella della nonna che a dodici anni aveva attraversato a piedi l'Europa per solcare l'oceano verso la Terra Promessa Americana. E naturalmente alla sorella Barbara, tanto sexy, ribelle e ambiziosa quanto lei era stata timida, silenziosa e obbediente. 
La sorella rivale con la quale si era disputata l'amore dell'affascinante figlio dei vicini di casa. La ragazza scapestrata che adesso Elaine vorrebbe tanto ritrovare.

Stolen train kisses


Considerazioni.
Esistono dei romanzi che non possono non legarsi a noi, non perchè siano parte della nostra esistenza, ma perchè hanno quel dono di raccontare i personaggi in modo talmente profondo e sincero, di richiamare alla memoria il passato delle vite dei soggetti di cui si fanno vettori che non è possibile non ricordare la nostre, di esistenze
Non sono romanzi che vogliono questo, che vogliono richiamare il ricordo intendo, ma succede, accade ... come il fiume porta al mare o i raggi del sole cadono sulla terra. Non si può far nulla, accadono e basta.
La sorella bugiarda ha questo dono. Fondamentalmente non tratta nulla di quanto io personalmente potessi conoscere, nè il luoghi, nè il tempo, nè la stessa mia storia
Siamo infatti negli d'oro di Hollywood, in una Los Angeles piena di promesse e di attrazioni per le nuove generazioni che si avvicinavano al cinema, al voler diventare attori, registi, macchinisti, ma soprattutto stelle scintillanti del panorama cinematografico...
Qui, in una luccicante Los Angeles degli anni '40, assistiamo ai ricordi di un'anziana signora che sta impacchettando tutti gli oggetti prima di lasciare la sua casa e radicarsi in un ospizio dal nome tranquillo e pacifico. 
Qui Elaine, la protagonista, rivedendo i vecchi oggetti, le vecchie foto, ricorda il passato ed in particolare la scomparsa della sua sorella gemella, Barbara. Tutti i sentimenti vengono risvegliati e riprendendo colore e vita ci riportano là dove tutto è iniziato per comprendere dove Barbara possa essere andata a finire...
Love the hats, 1941
Proprio da questo punto nel romanzo incomincia un'alternanza narrativa tra presente e passato, dove ci immergiamo nell'infanzia, negli aneddoti dell'adolescenza e nella presa di coscienza dell'età adulta di Elaine che ci spezza il cuore con il racconto di suo nonno (ragione del cavallino di latta della collanina nella copertina originale), con la sua storia d'amore con Danny, con la sua lotta per comprendere cosa voler diventare, in che lavoro realizzarsi.

Meraviglioso è vedere la crescita quasi disincantata di Elaine, che prima copia la sorella gemella, credendola la sua parte migliore, quella perfetta, quella coraggiosa e spregiudicata, per poi comprendere che non è sempre il diverso a essere il meglio, ma il meglio ce lo creiamo noi crescendo, con le nostre singole scelte, mettendo insieme pezzo per pezzo, comprendendo che è il meglio quello che riteniamo per noi sia la cosa più giusta, la cosa che appartiene alla nostra storia, alla nostra vita, a prescindere da quella degli altri.
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Bella anche la descrizione del passaggio degli anni nella modernizzazione della società, del pensiero sociale e nella descrizione della citta, Los Angeles, che ci scorre velocemente sotto gli occhi. La fagocintante metropoli che inghiotte sogni, ideali, desideri e anche persone. Si perchè Barbara è sparita proprio là, in quella città che assorbe sogni e rilascia illusioni spezzate, e l'ha lasciata ad agonizzare nei suoi errori, nelle sue paure e soprattutto nell'anonimato perenne.
Non tutto però è perduto, perchè dopo anni infatti Elaine entrerà inpossesso di fatti e notizie riguardo alla scomparsa di Barbara che non potranno essere ignorate, soprattutto, se è come appare, sembrano portare alla consapevolezza che Barabara è viva...
Concludendo cosa posso dirvi? E' un romanzo che mi ha molto preso, mi ha saputo coinvolgere soprattutto per la sua emotività, che si percepisce vividamente e che entra volenti o nolenti sotto pelle. Particolarmente apprezzabile la storia del nonno di Elaine, che mi ha seriamente commosso, e la voglia di trovare Barbara. La cosa che ho meno apprezzato in assoluto invece è stata la fiacchezza della protagonista in certe situazioni, la sua non completa reazione agli eventi, in cui risulta essere più vittima che artefice, ma è carattere e giustamente occorre prenderlo per quanto disegnato dalla scrittrice... 
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Janice Steinberg è giornalista e scrittrice. Nata nel Wisconsin, si è laureata all'Università della California e vive a San Diego con il marito.

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