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martedì 25 giugno 2013

Recensione: "Indiscreto" di Charles Dubow


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Indiscreto
di Charles Dubow
Prezzo: 18.50 €
Pagine 384
Feltrinelli
già disponibile
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Nella vita prendiamo tante decisioni giuste. 
Ma sono quelle sbagliate a segnare il nostro destino.
Non c'è niente di più indiscreto del guardare dentro le vite degli altri. È quello che non si stanca di fare Walter, ricco avvocato di Manhattan, osservatore meticoloso - anche se non sempre imparziale - della vita dei suoi più cari amici, Harry e Maddy Winslow. 
cover originale
Una vita semplicemente perfetta: follemente innamorati, sposati e con un bambino meraviglioso, i Winslow sono ricchi, belli, adorati da tutti. 
Vivono tra New York e una stupenda casa al mare negli Hamptons, dove Maddy prepara cene impeccabili per i loro numerosi amici e Harry scrive i romanzi che hanno fatto di lui uno degli scrittori più amati d'America. 
Walter li osserva, nella loro perfezione, con lo sguardo sottile e ambivalente con cui si guardano sempre le vite altrui - quel misto di invidia, affetto, curiosit, impudenza -, ma anche con ostinazione, quasi cercasse una crepa che non c'è. 
Almeno fino al giorno in cui nell'esistenza perfetta di Harry e Maddy entra, quasi per gioco, la giovane, ambiziosa, imperfetta Claire. 
E con lei, la cui unica colpa lo splendore della sua giovinezza, arriva per Harry la strisciante, subdola tentazione dell'infedeltà: un'unica debolezza il cui prezzo sarà altissimo. 
Perchè le vite perfette sono come un castello di carte: basta che ne cada una sola perchè tutto crolli.
Considerazioni.

"What is enough?  
At some point in everyone’s life, whether in a restaurant, watching one’s child play soccer, or walking through the streets alone, the question is asked, what else do you need? It is a question that once asked is almost impossible to answer. You may require nothing more at that exact moment to eat or drink, or you may be content with the bed in which you sleep, a favorite chair, the immediate wants and possessions of life. Then there are the intangible things, love, friendship, passion, faith fulfillment. But you think about the question over and over again, because few of us have what we need—or few of us think we do, which is almost the same thing. It can become a drumbeat. What else is there? Have I done enough? Do I need more? Am I satisfied?

There is an innate greediness that is part of the human condition. It drove Eve to eat the apple; it impelled Bonaparte to invade Russia and caused Scott to die in the frozen wastes of the Antarctic. We have different names for it. What is curiosity other than greed for experience, for recognition, for glory? For activity to distract ourselves from ourselves? We hate the idea that we have come as far as we are going to go. And we are not content with what we have or how far we have come. We want more, whether it is food, knowledge, respect, power, or love. And that lack of contentment pushes us to try new things, to brave the unknown, to alter our lives and risk losing everything we already had."
[per la traduzione vedere più in basso]*.

Credo che questa introduzione, queste parole, siano il fulcro del romanzo, credo che proprio la ricerca, il viaggio, il di più, quello che non vogliamo lasciare intentato nella nostra vita e che ci spinge a volere quello che non abbiamo, sia il centro del romanzo, quello che Dubow ci vuole trasmettere e sul quale ci vuol far ragionare per tutto il romanzo.

Questo romanzo, come diceva Kafka, "[...]è un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi". Non tanto per la scrittura, che secondo il mio personale parere è il punto più fragile del romanzo - il punto su cui più mi sono più trovata a pormi in contrasto con i lettori che hanno letto e apprezzato questo romanzo - quanto piuttosto per il fatto che lo scrittore, con fascino, intelligenza e garbo abbia dato vita ad una storia intensa, una storia carica di significo, di temi principi su cui ragionare e riflettere, anche per comprendere la nostra esistenza, il significa per il quale cerchiamo sempre, anche se abbiamo, anche se la nostra ricerca del qualcosa che possa soddisfarci ulteriormente, una vita soddisfacente e siamo arrivati a soddisfare tutti gli obiettivi che ci eravamo posti.

Non credo sia un romanzo perfetto, e non credo nemmeno che sia un romanzo che susciti pathos o affezioni verso i personaggi, non credo, inoltre, che l'intezione fosse quella di rimanere una storia oggettiva e disincantata verso le persone di cui si narra, perchè Dubow, mediante il personaggio indiscreto di Walter, il narratore delle vicende, in vero protagonista, è un personaggio che giudica, che si espone, che vuole imporre un proprio giudizio di parte e soggettivo delle persone che incontra, che crede di avere inquadrto e di conoscere proprio perchè  le ha vissute, quasi a dirci "a differenza di voi" e che importa, se non ci interessa, se non è rilevante quello che ci impone con il suo giudizio.

 

Ma non crediate che se credo che questa storia abbia dei difetti io non l'abbai apprezzato o non l'abbia promosso. E' un romanzo feroce, asciutto e affettato nella sua ferocia, nella sua inevitabilità a seguito delle intenzioni, delle volontà e delle conseguenze.
Credo che Dubow abbia vissuto questa storia, non so bene in che ruolo intendiamoci, ma dal suo passato, dalla persona che credo che sia, io sono convinta che ci sia qualcosa di assolutamente personale in questo romanzo, lo descrive con troppa sicurezza, con troppa facilità.

Se il fulcro infatti è il viaggio dell'esistenza e la voglia inevitabile di cercare qualcosa, che  non sappiamo definire, nonostante apparentemente abbiamo tutto (come Harry e Maddy: hanno tutto, soldi, posizione, amore, famiglia) c'è sempre qualcosa che cerchiamo, che nella perfezione in cui navighiamo fa si che ci sia una crepa in noi, che si frapponga con la serena completezza che da sempre cerchiamo, e che sia necessaria una ricerca, uan lotta per un bisogno, una conquista, un'amore, un tradimento (per Harry è Claire) in questo caso, che non ci permette di desistere e per il quale lottiamo e volgiamo ed esigiamo soddisfazzione.

La storia che ci narra Dubow è la Storia di una ricerca che porta un uomo di mezza età a volere una ragazza giovane e ambiziosa che darà lui quella passione e quell'attenzione che cercava da tempo, agli occhi del lettore ingiustificatamente, ma che gli farà perdere molto di più che la ricerca per la presunta soddisfazione che si impone. La storia è una storia che avrà risvolti inaspettati e brutali perchè nel momento in cui Harry prende la strada più facile per lui, dandosi una giustificazione per tutto e mai responsabilità, anche gli altri personaggi saranno costretti a scegliere e allora tutto prenderà una svolta diversa dalla quella preordinata da quella che avevamo intuito all'inizio del romanzo.


E' un romanzo molto intenso, frammentato da citazioni, considerazioni importanti e bellissime dell'autore stesso che non potrete non amare o non cosiderare valevoli punti di riflessione, io ho amato il concetto ed i temi che l'autore proprone, anche se ho amato meno la freddezza i altri tempi con cui da per scontato, definisce e giudica, defraudandomi un pochino della scelta di farmi un'idea mia, sin da principio, ma va bene, è una scelta narrativa che mi ha permesso di pensare e far riflettere a lungo.


Io, personalmente lo consiglio, perchè è un romanzo che come pochi ti porti dentro per necessità e riflessione per parecchio tempo e credo l'ascia usata, almeno nel mio caso, sia stata efficacissima!


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* Che cosa è abbastanza? Ad un certo punto nella vita di ognuno, sia in un ristorante, a guardare il proprio figlio giocare a calcio, o passeggiando per le strade da solo, si pone la domanda, di che cosa hai bisogno? E' una domanda, una volta posta, a cui è quasi impossibile rispondere. Non puoi chiedere più nulla da quel momento esatto per mangiare o bere, o che si possa contenere nel letto in cui si dorme, una poltrona preferita, i bisogni immediati e beni della vita. Poi ci sono le cose intangibili, amore, amicizia, passione, fede, adempimento. Ma la domanda ritorna più e più volte, perché pochi di noi hanno quello che gli serve, o pochi di noi lo fanno, che è quasi la stessa cosa. Può diventare un rullo di tamburo. Che altro c'è? Ho fatto abbastanza? Ho bisogno di più? Sono soddisfatto?

Vi è una avidità innata che è parte della condizione umana. E ha spinto Eva a mangiare la mela, ha spinto Bonaparte a invadere la Russia e ha portato Scott a morire nelle lande ghiacciate dell'Antartico. Abbiamo nomi diversi per esso. Qual è la curiosità diversa, l' avidità di esperienza, per il riconoscimento, per la gloria? Per le attività di distrarci da noi stessi? Odiamo l'idea che noi siamo venuti tanto quanto ci accingiamo ad andare. E non ci accontentiamo di quello che abbiamo o di quanto lontano siamo destinati ad arrivati​​. Vogliamo di più, se si tratta di cibo, la conoscenza, il rispetto, il potere, o l'amore. E che la mancanza di appagamento ci spinge a provare cose nuove, di sfidare l'ignoto, di cambiare la nostra vita e il rischio di perdere tutto quello che abbiamo già avuto.
 



Charles Dubow è nato e cresciuto a New York, e ha studiato al Wesleyan College e alla New York University. Ha fatto ogni tipo di lavoro, dal pastore in Nuova Zelanda al boscaiolo, al lifestyle editor di Forbes. Scrive anche per Businessweek.com e vive a New York con la moglie Melinda, i due figli e un Labrador. Questo è il suo primo romanzo.

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