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martedì 29 gennaio 2013

Recensione: "Nessuno sa di noi" di Simona Sparaco.

Pietro mi squadra intimorito, in quel modo che mi basta 
a farmi comprendere che non potrà mai capirmi. 
E poi dice una di quelle cose stupide che dice sempre.
«Cerca di stare tranquilla.» 
Strano che non abbia an­che detto: 
«Dobbiamo guardare avanti».
E invece no, lo dice subito dopo: 
«Dobbiamo cercare di guardare avanti».
«Ah sì?» ho un tono di voce acuto, derisorio. 
«E dimmi allora, cosa c’è avanti? Cosa vedi di tanto interessante?»
«Io vedo te» mi risponde lui, guardandomi dritto negli occhi.









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Nessuno 
sa di noi
di Simona Sparaco
pagine 256
prezzo 12.90€
Giunti
già disponibile
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Quando Luce e Pietro si recano in ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto, sono al settimo cielo. Pietro indossa persino il maglione portafortuna, quello tutto sfilacciato a scacchi verdi e blu delle grandi occasioni. 
Ci sono voluti anni per arrivare fin qui, anni di calcoli esasperanti con calendario alla mano, di ''sesso a comando'', di attese col cuore in gola smentite in un minuto. 
Non appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della ginecologa si spegne di colpo. Lorenzo è troppo ''corto''. 
Ha qualcosa che non va. ''Nessuno sa di noi'' è la storia di un mondo che si lacera come carta velina. E di una donna di fronte alla responsabilità di una scelta enorme. Quale è la cosa giusta quando tutte le strade portano a un vicolo cieco? 
Che cosa può l'amore? E quante sono le storie di luce e buio vissute dalle persone che ci passano accanto? Come le ricorderanno le lettrici della sua rubrica e le numerose donne che incontra sul web, Luce non è sola. 
Una scrittrice di grande talento, un romanzo che tiene sospesi sul filo delle emozioni più vere, fino all'ultima pagina. 

Considerazioni.
Questo romanzo è un romanzo che voglio presentarvi perchè sencondo me ci sono esperienze che occorre leggere, per esperienza umana, per capire certe situazioni e certe esperienze che si spera di non vivere mai, ma che sono possibili e anche solo leggendole - pur non avendole vissute - ci scavano dentro ugualmente e ci permettono di dare una risposta a domande che difficilmente ci porremmo volontariamente.

Questa storia inizia con la gioia spontanea e vera di una donna - Luce - che non credeva più di rimanere incinta, e che dopo vari tentativi cerca in ultimo sforzo di dare alla luce il frutto del suo amore con il compagno - Pietro. Ci riesce, lo reputa quasi un miracolo. E' così felice che costruisce intorno alla bella notizia una realtà che non sperava fosse possibile. Concretizza il sogno con una cameretta, con i giochi, con i vestitini, con il color azzurro, ed un nome, Lorenzo.

Non va come dovrebbe andare però. Il sogno si crepa, s'incrina e scivola nella drammaticità dei fatti. Lorenzo non cresce come dovrebbe. Lorenzo potrebbe addirittura non nascere vivo. 

Il sogno infrange del tutto contro gli esiti di vari esami, dal referto dei vari medici, dal consiglio di partire per l'Inghilterra, dove l'aborto terapeutico oltre il terzo mese di gravidanza è possibile. E coincide soprattutto con quello che Luce e Pietro hanno deciso per Lorenzo. Per non vederlo soffrire. Una scelta che non è facile, non è criticabile o sindacabile da chi non ci è passato. Ne da lettrice mi sento di fare per rispetto di coloro che veramente lo vivono o lo hanno vissuto. 

Il romanzo va oltre la decisione - unitamente alla sua criticabilità - e ci parla della ricostruzione di Luce. Del suo intimo affrancarsi dalla vita terrena per vivere quella del "se" dell' "altrimenti" del "poteva essere". Pietro le sta vicino, la fa viaggiare, cerca di farla interessare nuovamente alla vita, a farle capire che la vita in qualche modo prosegue. Ma Luce si vede incompleta, con un corpo che di fatto non ha ancora esplulso completamente la vita che era così fortemente convinta di dare alla luce.

La risalita di Luce, alla consapevolezza che sta perdendo anche Pietro piano piano la portano a cercare una strada diversa anche se non meno dolorosa di affrontare la perdita e il doloro che ancora serba nel suo cuore esautorato e profondamente disperato, ma per il quale c'è ancora speranza.
E' un romanzo sul dolore, sulla perdina e sulla riconquista della speranza. Soprattutto però è un romanzo che fa luce su una scelta che può far discutere e pensare: l'aborto terapeutico, che qui viene narrato dalla Sparaco con tatto, sentimento e comprensione. Non c'è pregiudizio in quello che viene narrato dall'autrice, solamente la consapevolezza che come dice il titolo stesso "Nessuno sa di noi" ed invece è una situazione che molte donne si trovano di fronte.

E' un romanzo che fa riflettere e lascia scegliere secondo le propria morale, raccontando un'esperienza che non lascia indifferenti.

Bellissima la copertina, che secondo me riflette molto la condizine di Luce senza più Lorenzo: come un albero che ha perso le sue bellissime foglie...




Simona Sparaco. Scrittrice e sceneggiatrice, è nata a Roma. Dopo aver preso una laurea inglese in Scienze della Comunicazione, spinta dalla passione per la letteratura, è tornata in Italia e si è iscritta alla facoltà di Lettere, indirizzo Spettacolo. Ha poi frequentato diversi corsi di scrittura creativa, tra cui il master della scuola Holden di Torino. Per Newton Compton ha pubblicato i romanzi Lovebook e Bastardi senza amore, tradotto anche in lingua inglese. Vive tra Roma e Singapore.

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