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giovedì 23 luglio 2015

Intervista a Marta Morotti con "Le due metà del mondo"




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Le due 
metà del 
mondo
 di Marta Morotti
pagine 350 circa
prezzo 12.90€
Harlequin Mondadori
già disponibile
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Maria ha diciannove anni, vive a Torino e ha appena finito gli esami di maturità.
Vorrebbe fare la psicologa ma è destinata invece, alla fine dell'estate, ad entrare in fabbrica, come suo padre. Maria si è costruita un mondo tutto suo, curato in ogni minimo particolare, un mondo che le garantisce un'apparente sicurezza, che di fatto non possiede.
Una parte della sua vita è come chiusa in una scatola e ciò che le serve veramente è una chiave che le permetta di aprire quella scatola e di far uscire ciò che la sua mente e il suo cuore rifiutano di accettare.
Arriva un momento infatti, in cui, costretta a lasciare l'ambiente protetto in cui è cresciuta, comincia a sentirsi attratta da un'esistenza fatta di cose normali, concrete, che le offre la possibilità di sciogliere le catene alle quali ormai è abituata da troppo tempo.
Ma come lasciarsi andare a una nuova vita e smettere di combattere?
L'ombra di un fratello ingombrante e di un padre assente continuano a trattenerla in una prigione in apparenza dorata, fino a quando, inaspettatamente Maria dovrà fare i conti con sentimenti nuovi che cambieranno la sua vita per sempre.




---o- L'Intervista -o---


1. Marta, come presenteresti il tuo romanzo a un lettore/una lettrice che non ne sa nulla?
Direi che è la storia di Maria, una ragazza della Torino operaia degli anni 2000 che deve fare i conti con se stessa e con la propria storia. Maria si è chiusa dietro a un muro immaginario dopo la nascita del fratello Omar, affetto da ritardo mentale. E’ la storia della sua crescita interiore, del suo rapporto con la realtà e con le persone che la amano e che stanno intorno a lei. 
2. Come mai hai scelto una protagonista abbastanza giovane, per affrontare tutta una serie di problematiche importanti (legate alla famigli, lavoro, ecc...) da raccontare?
Forse perché la prospettiva di una ragazza giovane, in una storia del genere, a volte, viene trascurata. Si parla spesso del rapporto genitori figli, ma poco del rapporto tra fratelli. In questo romanzo ho voluto approfondire entrambi gli aspetti, focalizzandomi però sulla visione di Maria, sorella di Omar. 
3. Maria, la protagonista di "Le due metà del mondo" è una persona che non ha ancora trovato un'identità, questo romanzo è un romanzo di formazione o è più lo spaccato di vita di una ragazza che non ha ancora compreso in che direzione dirigere la sua vita da adulta?
Non saprei se definirlo un romanzo di formazione. Racconta la storia di una crescita personale in un momento di passaggio che attraversiamo tutti, raccontando, però, una storia particolare. Semplicemente questo. 
4. Come nasce questo romanzo? E' una storia maturata con il tempo, o scritta d'impulso e poi maturata con la scrittura?
E’ una storia maturata con il tempo. Era da un po’ che indagavo il tema del rapporto madre e figlio “diverso” attraverso alcuni racconti. Quando però ho deciso di scrivere questo romanzo, come dicevo prima, ho preferito sostituire la sorella alla madre.
5. In "Le due metà del mondo" parli di destino, di lavoro come realizzazione personale e l'importanza di avere dei progetti. Sono tutti elementi che in qualche modo ti appartengono oppure è semplicemente un modo per discutere della loro importanza?
Sono aspetti che mi appartengono fortemente. Credo molto nell’importanza della realizzazione personale e della crescita della propria individualità. Avere dei progetti è fondamentale per dare una direzione alla propria vita, per non abbandonarsi al corso degli eventi mollemente, senza iniziativa. Gli stimoli, i traguardi, le aspettative, i desideri sono ciò che ci rendono degli individui compiuti e consapevoli. 
6. Il tuo romanzo viene pubblicato da una casa editrice conosciuta per i romanzi a sfondo sentimentale. In che modo la storia che porti e racconti è sentimentale?
Non è la storia sentimentale nel senso più comune del termine. E’ una storia che indaga i sentimenti, ma senza parlare dell’amore come viene banalmente inteso, ovvero all’interno di una coppia. Parlo dell’amore per se stessi, dell’amore di una madre nei confronti di una figlia, dell’amore amicale. Esistono così tante forme di questo sentimento… 
7. Si potrebbe dire che la "tua" Maria sia un pò una rivisitazione di "Alice nel paese delle meraviglie"?
E’ molto bello il paragone, ma non penso che, in realtà, le due figure abbiano molto in comune. Il mondo immaginario di Maria è popolato di ombre pesanti, ingombranti, non necessariamente positive. Ma ombre ricavate comunque dal reale, che hanno una consistenza effettiva. Quello di Alice è favolesco, è ricco di personaggi eccentrici, inesistenti nella realtà oggettiva, immaginari al 100%, onirici. Nel suo mondo ci sono eroi e antieroi. Il buono vince, il cattivo perde. Nel mondo di Maria ci sono solo persone, con i loro difetti, i loro pregi, la loro realtà. Non ci sono buoni o cattivi. 
8. Cosa ti piacerebbe trasmettere ai lettori con questo romanzo?
Che si può rinascere, anche quando il dolore è così forte da formare un nido di mosche tra i polmoni e togliere il respiro. E che l’amore e l’appoggio degli altri sono indispensabili per continuare a guardare avanti con fiducia. 
9. Qual è la tua "altra parte del mondo"?
E’ una domanda che mi fanno spesso. In realtà il titolo è una metafora che vuole significare le due metà interiori di Maria che si devono ricucire tra loro. Il mio mondo interiore, per fortuna, è riuscito a rimanere intatto nonostante qualche scossone. E anche guardando fuori da me, non credo esista una metà precisa. Siamo tutti fatti di mille esperienze, sensazioni, sentimenti, desideri, pensieri, parole, sorrisi. E tanto altro ancora.
10. Hai già in mente la trama per il prossimo romanzo?
 Sì, ce l’ho in mente e sto iniziando a costruire, per ora solo idealmente, la struttura che vorrei dare al prossimo romanzo.

Marta Morotti Nata  e cresciuta in provincia di Varese, 29 anni, dopo la laurea in Storia del Cinema e la specializzazione in Letteratura Italiana, ha iniziato il vagabondaggio nel mondo del lavoro tra stage in redazioni sportive, collaborazioni con diversi giornali e lavori part-time. L'amore per i libri le ha insegnato a guardare il mondo come un collage scomposto di storie diverse e possibili. La madre le ha trasmesso la passione per la lettura, mentre da sola ho scoperto quella per la scrittura.

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