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martedì 10 marzo 2015

Recensione: "Il miniaturista" di Jessie Burton



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Il 
miniaturista
di Jessie Burton
pagine 450
prezzo 19,00 euro
Bompiani
già disponibile
voto:
4/5
--o--


In un giorno d’autunno del 1686, la diciottenne Petronella Oortman − Nella-fra-le-nuvole è il soprannome datole da sua mamma – bussa alla porta di una casa nel quartiere più benestante di Amsterdam. È arrivata dalla campagna con il suo pappagallo Peebo, per iniziare una nuova vita come moglie dell’illustre mercante Johannes Brandt. 
cover originale
Ma l’accoglienza è tutt’altra da quella che Nella si attendeva: invece del consorte trova la sua indisponente sorella, Marin Brandt; nella camera di Marin, Nella scopre appassionati messaggi nascosti tra le pagine di libri esotici; e anche quando Johannes torna da uno dei suoi viaggi, evita accuratamente di dormire con Nella, e anche solo di sfiorarla. Anzi, quando Nella gli si avvicina, seduttiva, memore dell’insegnamento della mamma (“Il tuo corpo è la chiave, tesoro mio”), lui la respinge.  

L’unica attenzione che Johannes riserva a Nella è uno strano dono, la miniatura della loro casa e l’invito ad arredarla. Sembra una beffa. Eppure Nella, che si sente ospite in casa propria, non si perde d’animo e si rivolge all’unico miniaturista che trova ad Amsterdam. E proprio il miniaturista sembra custodire i segreti della famiglia Brandt che, inesorabilmente, mentre  la casa in miniatura si va completando, si squadernano davanti agli occhi della giovane Nella.  

Amore e tradimento, rancori e ossessioni, segreti e speranze, sesso e sete di ricchezza s’incontrano tra i canali di Amsterdam e in questo folgorante romanzo d’esordio di Jessie Burton, in testa alle classifiche di vendita inglesi e in corso di traduzione in oltre 35 paesi.





Considerazioni.
Non so bene come partire a fare questa recensione.
Cancello. Riscrivo.
Cancello. Riscrivo.

Prendo tempo, scrivo parole, le cancello e poi ci ritorno senza convinzione, o con troppa enfasi e non so bilanciare, non riesco a esprimere il gomitolo di pensieri e parole che mi si è accumulato dentro a seguito della lettura di questo romanzo, ma devo pur partire da qualche parte a raccontavi di esso e penso che la trama possa essere l'inizio, per cui partiamo da li, va.

La storia parla di Nella (ovvero Petronella), la quale arriva alla soglia della casa del marito con l'intenzione di una nuova vita (rispetto a quella triste e misera della provincia) e un pappagalletto a cui tiene tanto, di nome Peebo. Molto presto scopre che la vita che ha immaginato è diversa da quella che l'aspetta. Le persone con cui ha a che fare sono particolari, molto spesso assenti, con segreti che non possono e non vogliono svelare.

Ma chi sono questi abitanti di casa Brandt? 
  • Jhoannes Brandt, ovvero il marito, la ignora;
  • la cognata Marin Brandt è una donna indurita dalla vita e dalle aspettative;
  • Otto, il tuttofare/amico di Jhoannes, uomo di colore intelligente, ma poche parole, è pressochè un'ombra;
  • Cornelia, la cameriera di casa, è un ragazza sola e dalle orecchie grandi e fini.
Nella entra in casa e il suo passato scompare inglobato da un futuro quanto mai nebuloso in fatto di felicità e amicizie. La "nuova sorella" Marin le conferisce una camera comoda, fin troppo ricca di quadri, cuscini, ricami, le toglie Peebo e dice di essere "fortunata" ad aver sposato Jhoannes.
Ma Nella non si sente fortunata ad avere un marito che ha girato tutto il mondo, che è stato praticamente in ogni parte della terra, che parla molte lingue, che l'affascina e la conduce in posti esotici con il pensiero, poi però non si degna nemmeno di abbracciarla, che non la bacia, non la vuole vedere, se non per un momento ogni tanto, che la intrattiene con la sorella scorbutica, che non condivide il talamo, che non la considera come moglie, nè come amica, nè come confidente e che intrattiene con uno strano mobile che riproduce una miniatura della sua nuova casa.

E ad un certo punto, colta della noia e con un pò di risentimento, Nella si stufa e spende i soldi destinatale dal marito per arricchire il mobile che raffigura la sua casa in miniatura. Ecco dunque che arrivano sedie, stoviglie varie, mobili, soprammobili tutti minuziosamente incisi nel legno, ma anche miniature dei personaggi che abitano la casa, che vi passano, che la segnano con la loro presenza. Anche cose e persone che Nella non chiede al miniaturista, ma che lui/lei le manda per aprirle gli occhi su quello che non riesce a vedere veramente, inserita nella gabbia dorata che è la casa in cui si muove, come cieca e solitaria.

E Nella, ad un certo punto, scopre segreti potenti, dolorosi, che la piegano nell'animo e le prospettano una vita completamente diversa da quella immaginata. E quando ne accetta uno ecco le piomba un altro segreto più pesante e ingombrante da accettare, da gestire, da affrontare in tutta la sua brutale presenza. E tutto sembra sempre più doloroso, più brutto da accettare.

Nella in poco tempo (la vicenda si svolge in un tre mesi circa) diviene una persona del tutto diversa, una persona che mai avrebbe pensato di essere...

"Il Miniaturista" è un romanzo che parla di persone, che rappresenta non solo la vita di due donne, ma che coglie anche lo spirito di un tempo molto lontano e con regole decisamente diverse a cui sottostare. Immerso in un un altro tempo, in altro momento storico (sul finire del 1600)  e in un posto come Amsterdam, terra di mercanti, di merci che provenivano e partivano per tutto il mondo, dove l'umidità dell'acqua è qualcosa che ti entra nelle ossa fino a raggiungerne l'animo, si svolge una vicenda drammatica, toccante, che copisce per lo stile dolce e quasi etereo usato dalla scrittrice.

La Burton dipinge la storia di Nella con colori ad olio spesso, dipinge una casa (dalla quale non si smuove se non per brevi attimi) e le persone che la abitano togliendo, velo dopo velo, ogni maschera che il tempo ha messo sualla faccia(ta) dei suoi abitanti, che come attori vivono facendo della loro vita una buffa pantomima e che vengono schiacciati sempre più dai segreti che nascondono, che li rendono schiavi di loro stessi e velenosi e scorbutici nei confronti degli altri.

E' una storia che pur non essendo poetica o sublime è una storia onesta, molto pulita, che conduce ad sorta di bellezza recondita. Non approfondisce mai un personaggio a favore di un altro, non esalta il coraggio, la libertà o una scelta di vita, ma mostra come le persone siano composte da strati che forse nemmeno conoscono. C'è umanità, dolcezza e temperamento. C'è bellezza e sentimento.
Vi è inoltre da dire che sebbene Nella sia la protagonista, in realtà è un gioco di specchi quello che ci offre la Burton, la quale ci introduce in un mondo sconosciuto da parte di una protagonista che si assume essere buona e senza scheletri, ma di cui non si conosce il carattere o le potenzialità, che invece ci vengono mostrati da "il miniaturista". Scelta apprezzatissima.

Vero è che lo stile non salta all'occhio per qualche particolare tipologia narrativa, ma l'intrigo prema il genio della Burton che ho decisamente apprezzato, soprattutto considerato che parliamo di un'opera prima. Ottimo inizio.



Jessie Burton ha studiato all’Università di Oxford e alla Central School of Speech and Drama, dove ha interpretato ruoli in classici del teatro come Othello e Macbeth.

8 commenti :

  1. Sembra proprio carino Endi!! *-*

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  2. Molto particolare, rimane decisamente impresso una volta letto!
    ;D
    Endi

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  3. Ciao ^^ sono approdata sul tuo blog grazie a Ludo! Bellissimo posticino, ti seguirò con estremo piacere.
    Il miniaturista l'ho puntato proprio nei giorni scorsi e dopo aver letto questa recensione... non ho scuse ;)

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  4. Ciao Pamela!!! Benvenuta sul Bostonian ;D
    Grazie mille per le belle parole ^ ^ !!
    Per quanto riguarda il libro spero proprio che ti piaccia, è un romanzo proprio affascinante, anche se dai toni piuttosto drammatici ;)
    un abbraccio
    xo
    Endi

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  5. Endi, è bellissima l'ultima immagine che hai trovato per corredare questo post. Anche se credo che qualche giochino tecnologico l'abbiano usati per rendere i colori così contrastanti e vividi, è proprio bella... Ora me la salvo.

    Endi, illuminami sul finale con una parola, se ci riesci, please.

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  6. Ciao Ludo!!!!! Ma grazie ;) Un pò contemporanea, ma mi piaceva molto!

    Vediamo ... con una parola ... direi liberatorio (a causa dell'opprimenza insistente dei segreti, paure, conflitti, giudizi, pregiudizi che soffocano un pò le atmosfere). Può andare?

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  7. L'ho letto da poco e concordo con la tua definizione che si tratti di un romanzo che parla di persone, soprattutto.
    Purtroppo, devo ammettere, di essere stata influenzata dai pareri entusiastici e ho approcciato alla lettura aspettandomi un mistero stile "Il nome della rosa"! XD
    Così, quando a metà lettura mi sono ritrovata a verificare ciò che già avevo intuito, è cominciata la delusione... :/
    La scrittura è comunque molto bella, la tensione tiene, i personaggi sono ottimi ritratti, eppure il fatto di aver compreso tutto troppo presto mi ha fatto chiudere il libro con un po' di amarezza, forse un lettore privo dell'imprinting Christie/Conan Doyle si godrà il romanzo a pieno! >_<
    Grazie per la recensione, passa a trovarmi se vuoi! :)

    La Collezionista di Dettagli

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  8. @Miss Claire,

    Vero, ma devo dire che le atmosfere mi hanno talmente rapito che l'elemento sorpresa, almeno per me, non e' stato così inficiante.
    Passo sicuramente!!
    Xoxo
    Endi

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