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martedì 25 novembre 2014

Recensione: "Le mie due vite" di Jo Walton


 
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Le mie 
due vite
 di Jo Walton
pagine 300 circa
prezzo 18€
Gargoyle
già disponibile
voto:
3/5
--o--






Da ottobre 2014 in libreria
Patricia ha dei ricordi molto confusi del suo passato. 
Le immagini dell’adolescenza sono nitide e intatte, ma dopo cosa è successo? 
Ha sposato Mark ed è stata moglie e madre come le sue coetanee, oppure ha scelto di amare liberamente la sua compagna Bee sfidando tutti i pregiudizi? 
cover originale
Davvero le sue scelte hanno influenzato il destino del mondo al punto di farlo diventare contemporaneamen­te un posto meraviglioso in cui vivere e il palcoscenico di atti terribili? Patricia non lo sa. 
Non sa come sia possibile ricordare di essere stata sia Trish sia Pat. 
Le sfugge qualcosa, è “molto confusa” come annotano i medici sulla sua cartella clinica. 
E tuttavia deve tentare di rimettere insieme i frammenti per capire chi è stata in realtà… 
Due incredibili versioni della storia del XX secolo diverse dalla nostra, due possibilità di vita vissute dalla medesima donna, in cui, come nell’effetto farfalla, le conquiste personali hanno il potere di cambiare i destini di molti altri allo stesso modo in cui il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo.


Considerazioni.
Questo romanzo parla di una donna, Patricia (o Pat o Trish) un'insegnante dedita al suo lavoro  e alle sue aspirazioni - che seguiamo dall'infanzia fino all'età adulta - e che ad un certo punto subisce uno sdoppiamente della sua esistenza: la sua vita vera e/o quella che invece avrebbe potuto conoscere? Quella che ha vissuto e/o quella che avrebbe potuto vivere se avesse avuto il coraggio e consapevolezza delle sue scelte? O semplicemente l'esposizione della possibilità di un'altra vita? Difficile dirlo, a voi l'ardua sentenza al termine della lettura (SPOILER, evidenziare con il cursore per leggerlo. Anche perchè la risposta rimane sostanzialmente  e volutamente aperta, oscurata, da parte dell'autrice; se la cosa non vi convincesse rasserenatevi in quanto l' impresa è resa credibilissima dal fatto che sul finire della vita Particia ha grossi problemi di memoria e non riesce più a comprendere cosa sia reale da ciò che non lo è, quello che è realmente accaduto in passato oppure no.)

Da una parte abbiamo la vita di Patricia (quale Pat) che rinuncia, per la società, la famiglia, i doveri che si richiedono alle donne dell'epoca (stiamo parlando di un romanzo che prende avvio dopo la seconda guerra mondiale e termina nel 2015) ad avere una carriera da insegnante per mettere su famiglia con Mark (un essere che odierete da subito) e che condurrà una vita strettamente legata ai precetti cristiani (molti figli, poca scelta, cieca obbedienza al marito, rispetto dei dogmi cattolico - cristiani, la Chiesa come punto di riferimento principale per la conduzione di una vita morigerata e illuminata, ecc...).
Dall'altra abbiamo invece la Patricia che vive come Trish, e che sceglie di realizzarsi professionalmente, che viaggia, amplia i propri orizzonti, che abbandona i precetti strettamente cristiani e si abbandona all'amore saffico per Bee, la quale diventerà la sua compagna della vita e con lei formerà la sua famiglia (grazie ad un amico che si prodiga ad aiutarle a concepire).

In entrambe le esistenze Patricia avrà numerose e complesse problematiche, nulla le sarà risparmiato in quanto a dolore e privazione, ma mentre in un'esistenza la frustrazione ed il patimento avranno la meglio, nella seconda, la fatica e i problemi saranno accettati e superati con un altro spirito, motivata da tutte altre soddisfazioni sia in campo sentimentale che professionale.

E' un romanzo a cui occorre approciarsi con una certa buona volontà e pazienza, non perchè sia confusionario (alle redini abbiamo una solida e lucida performante: la Walton), ma in quanto lo sdoppiamento (che si può seguire meglio grazie ai capitoli alternati) è subitaneo e dato semplicemente di fatto. Non ci viene dato modo di sapere come esso avvenga, per quale motivo o evento: questi accade e basta.
Detto ciò, la Walton ha impostato il romanzo più come pamphlet di denuncia all'esistenza e la conduzione della vita delle donne nell'immediato dopo guerra, che vero e proprio romanzo cnarrante la vita di Patricia e le emozioni che si ricavano dal suo racconto, dalla sua vita. 

Sin dall'inizio ci viene fatto compendere come Patricia debba condurre la sua esistenza, nonostante abbia capacità e possibilità, in quanto esiste una mentalità e una scietà che sono estremamente impositive sul singolo, soprattutto le donne, che come si piegano al volere di queste ultime e nel farlo si consegnano totalmente alle mani degli uomini, i quali agiscono come ritengono più opportuno (almeno nella maggior parte dei casi). Le donne dovevano essere unicamente madri, legate al focolaio domestico a doppio filo e semplicemente badare a quanto le circondava, senza volere di più per se stesse, quello era considerato egoismo.

Ma la Walton ci mostra anche l'altro lato, quello sessantottino, quello della ribellione sociale, morale ed egoistica: quella che ci mostra Pat e che per l'appunto vede il trionfo di una relazione tra due donne e con la costiruzione di una famiglia fuori da ogni canone all'epoca concebile e imitabile.

Tanta storia, tanta politica, tanta l'elencazione degli avvenimenti sociali che avvengono sullo sfondo della storia di Patricia, tanto che si evince sin da subito che l'intento della Walton sono le tematiche che intende a portare alla luce e non tanto la storia di Pat, di per se stessa, che importa, su cui si deve focalizzare il lettore.
E se da un lato ho apprezzato moltissimo l'affresco sociale condotto abilmente e arditaemnte, nonchè le tematiche annesse e connesse al periodo, dall'altro lato mi è spiaciuto vedere messa un pò all'angolo la storia di Patricia. Infatti, in questo romanzo, per questa scelta preferenziale di temtiche e argomentazioni sociali, la storia principale di Patricia è estremamente asettica, priva di appassionante traino emotivo. Certo interessante, motivo atto a far riflettere, momento di fissazione e maturazione da un punto di vista storico. E va bene. Ma tutto è troppo sentimentalmente distante per essere realmente coinvolti nella vicenda che appare semplicemente triste per Trish e disagevole per Pat.

Peccato, perchè così facendo la Walton ha un pò "ucciso" (sottolineo a mio parere) Pat stessa, schiacciata dal più grande e potente sottotesto; un pò come se l'aurice, volendo narrate della sottomissione forzosa femminile mediante l'imamgine di un un piede che schiaccia una donna, si fosse soffermata troppo sulla raffigurazione del piede che schiaccia piuttosto che sulle ferite della vittima gettata a terra e calpestata. Conclusione? Mi sarebbe piaciuto più coinvolgente, più partecipativo, più graffiante nell'animo. Alla fine ha vinto un pò la pesantezza, invece, il trascinamento verbale, storico di una storia che, narrativamente parlando, poteva essere resa indimenticabile ed appassionante sotto tanti aspetti. 
Io comunque mi sento di consigliare questo romanzo, questa storia a chi ha voglia di indagare bene gli aspetti sociali di un passato non troppo lontano e vuole comprendere meglio la lotta femminile per divenire, e assurgere ad essere, libere non solo nella scelta di un compagno di vita, di formare una famigia, ma anche di una vita professionale indipendente e soddisfacente.


Jo Walton (Aberdare, Galles 1964) è poetessa e scrittrice. Nel 2002, ha vinto il John W. Campbell Award come Miglior Scrittore Esordiente. Tra i suoi romanzi, oltre a Le mie due vite, Un altro mondo (Nebula e Hugo Awards 2011, British Fantasy Award 2012), primo titolo pubblicato in Italia per i tipi di Gargoyle (2013), The King’s Peace (2000),The King’s Name (2001) e Tooth and Claw (World Fantasy Award 2004). Vive a Montreal (Quebec) con il marito e il figlio. www.jowaltonbooks.com

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