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venerdì 6 giugno 2014

Recensione: "Il sentiero dei profumi" di Cristina Caboni

 
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Il sentiero 
dei profumi
di Cristina Caboni
Prezzo 14.90 €
Pagine 400
Garzanti
già disponibile

voto:
4/5

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Il profumo è il sentiero. 
Percorrerlo significa trovare la propria anima. Elena non si fida di nessuno. Ha perso ogni certezza e non crede più nell’amore. Solo quando crea i suoi profumi riesce ad allontanare tutte le insicurezze. Solo avvolta dalle essenze dei fiori, dei legni e delle spezie sa come sconfiggere le sue paure. I profumi sono il suo sentiero verso il cuore delle persone. Parlano dei pensieri più profondi, delle speranze più nascoste: l’iris regala fiducia, la mimosa dona la felicità, la vaniglia protegge, la ginestra aiuta a non darsi per vinti mai. Ed Elena da sempre ha imparato a essere forte. Dal giorno in cui la madre se n’è andata via, abbandonandola quando era solo una ragazzina in cerca di affetto e carezze. 
Da allora ha potuto contare solo su se stessa. 
Da allora ha chiuso le porte delle sue emozioni. 
Adesso, che ha ventisei anni, il destino continua a metterla alla prova, ma il suo dono speciale le indica la strada da seguire. Una strada che la porta a Parigi, la capitale del profumo, dove le fragranze si preparano ancora secondo un’arte antica. Le sue creazioni in poco tempo conquistano tutti. Elena ha un modo unico di capire ed esaudire i desideri: è in grado di realizzare il profumo giusto per riconquistare un amore perduto, per superare la timidezza, per ritrovare la serenità. Ma non è ancora riuscita a creare l’essenza per fare pace con il suo passato, per avere il coraggio di perdonare. C’è un’unica persona che ha la chiave per entrare nelle pieghe della sua anima e guarire le sue ferite: Cail. Cail che conosce la fragilità di un fiore e sa come proteggerlo e amarlo. Perché anche il seme più acerbo, quando il sole arriva a riscaldarlo, trova la forza di sbocciare. 
Il sentiero dei profumi è un debutto italiano che è già un fenomeno editoriale internazionale. Conteso in patria dagli editori, è stato venduto in tutta Europa. Cristina Caboni è un’autrice che conquista ed emoziona, che commuove e stupisce. E lo fa con una storia indimenticabile sulle insicurezze dell’animo umano e sul coraggio per affrontarle. Sulle cicatrici del passato che solo l’amore più profondo può rimarginare.
 

Considerazioni.
Il romanzo di cui vi sto per scrivere recensione è una storia che ho aspettato da un pò. Da quando cioè la Garzanti e l'autrice stessa ne hanno annuncato l'immissione sul mercato.
Devo dire che io non ero stata una delle grandi estimatrici di quello che era stato il fenomeno editoriale che fu del romanzo "Il linguaggio segreto dei fiori" (associato per tematica a questa storia, da alcune lettrici di questo romanzo) ma mi sono avvicinata al romanzo in questione in quanto conoscevo la scrittrice, da suoi precedenti romanzi, e la sua prosa mi intrigava.

Complessivamente posso dire di aver fatto bene a leggere questo romanzo. Sono rimasta dolcemente conquistata, anche se come tutti i romanzi di formazione porta con se un pizzico dell'amarezza degli errori e delle delusioni atti a plasmare l'animo e lo preparano all'apprendimento dell'arte del vivere, con le sue scommesse vinte e quelle perse. 
Mi sono sentita dunque conquista, per diverse ragioni:
- La prima attiene in assoluto alle squisite abilità della Caboni che non solo narra fluentemente, con armoniosa frenesia una storia semplice, nel senso di comune/quotidiana - attinente la realizzazione di sogni e di affinamento di abilità sensoriali desuete (come quella di individuare fragranza) -  ma lo fa anche con eleganza, tatto e una sorta di intrigante bellezza che accompagna il lettore con soffice armonia e disicanto. Come un colibrì vola, con il suo mirabile spiegamente d'ali, in vicende complesse, in situazioni affascinanti e umanamente toccanti che ti lasciano pensosa e soddisfatta dei progressi operati nella costruzione dei personaggi, nella complessità del loro animo e della loro storia.

- La seconda ragione che mi ha condotta a promuovere quanto narrato dalla Caboni è poi il contorno. Non emerge solamente la vicenda umana e personale di Elena, che fa da perno centrale alla storia, ma anche i personaggi secondari, la ricchezze dell'intreccio narrativo delle loro vicende, come annodate a quelle centrale. Queste storie gravitano e alcontempo spiccano in primo piano grazie anche ad una fitta e ben descritta ambietazione. Mi è inoltre rimasto particolarmente impresso tutto quanto concerne le piante, i fiori e tutto il regno vegetale al centro della storia. Quest'ultimo, con le descrizioni dei suoi colori, profumi e ricordi, legati alla protagonista, sono, infatti, il vero protagonista di tutta la vicenda, che si lascia ammirare ad ogni inizio di capitolo per poi "sentirlo" e "viverlo" più approfonditamente nel percorrersi della storia.
L'apoteosi del romanzo si raggiunge, però, con la minuziosa (ri)scoperta delle procedure e le modalità di lavorazione delle essenze per creare profumi che raggiungano le vette impalpabili e perfette dei sentimenti. E' difficile che un ricordo, un'esperienza o una persona sovvegano a memoria nel modo e con la velocità di un profumo. Questo è il particolare fascino legato a questa storia, che è strettamente legata ai contenuti alambiccati da Elena; il profumo stesso è in grado di risvegliare sentimenti passati, ricordi voluti o inaspettati, ecc.. nel modo arcano e involtario con cui solamente un'essenza sa fare.
Profumo che se trova l'onda sensoriale perfetta con il nostro olfatto, diviene un marchio per il nostro odore e assurge, per chi lo produce, ad un'arte elegante e inspiegalmente e semplicemente strabiliante ed evocativa.

- Terza ragione, ultima - anche se non meno importante - attiene invece a Parigi, meta a mio parere giustissima per "Il sentiero dei profumi". Parigi è infatti perfetta con le sue vie piene di odori, i suoi palazzi antichi pieni di storia e memoria. Ed anche se personalmente, da subito, avrei scelto una città più piccola, più chiusa e maggiormente "confortevole", poi ho compreso - man mano che la narrazione procedeva - il come e il perchè della grande metropoli francese quale cornice per la storia di Elena e devo dire di aver apprezzato moltissimo questa scelta, che ha data al romanzo quell'inclinazione antica, un pò naive e molto adatta alla portagonista stessa.

Da sottolineare la stupenderrima idea recondita, bellissima, affascinante e quasi magica nel parlare dei profumi quale veicolo per riconoscere le personalità, svelare i segreti e nel far emergere i sentimenti più reconditi e bene custoditi nei cuori.
Elena in tutto questo fa della sua arte un mesterie apprezzatissimo, in quanto i clienti la amano, perchè maestra di comprensione e individuatrice ed interprete di sentimenti che trasfondono i sentimenti e le volontà dei richiedenti nei profumi, compiendo così vere e proprie magie, usando i profumi come se fossero pozioni per realizzare sogni e rispondere a richieste.
Bello anche il modo in cui il destino frapponga il suo intervento tra intenzioni, sentimenti, sogni, speranza e persone, l'unico in grado a volte di confondere le carte.

Posto che ho gradito il romanzo, c'è però una cosa, un elemento, che mi ha lasciato un pò di dubbio.
Critiche in arrivo? No, dai, parlerei piuttosto di gusti personali! Non ho particolarmente amato l'incertezza caratteriale della protagonista in alcuni momenti. Non che questo abbia minato l'opinione che ho sul romanzo, ma "a pelle" e "a carattere" io e Elena non ci siamo prese quanto avrei voluto in quei casi. D'altronde il personaggio che leggi in una storia non può sempre collimare con il tuo carattere o il modo di vedere certe cose in tutto e per tutto, soprattutto se implica parallelismi, per qualche ragione, personali.
Il carattere di Elena, le sue decisioni e il suo modo d'agire non mi hanno spinto a empatizzare completamente con lei, in quesi casi, nel modo che avrei voluto, non per il fatto che siano state compiute, quanto piuttosto che a farle fosse Elena, con le intenzioni che l'animavano, con la sua inclinazione caratteriale, ma come vi dicevo, credo sia un elemento soggettivo che

Bello invece il personaggio maschile, Cail, il quale ho trovato molto giusto, con dialoghi apprezzabilissimi (nonchè un'inclinazione alla santità) e soprattutto estremamente  dolce, comprensivo e genuino. Cail è gentile, premuroso, intelligenti e davvero di cuore in tutto quello che fa, in particolar modo per Elena, di cui eviddentemente s'innamora quasi da subito.

Complessivamente è un romanzo davvero molto piacevole, che avvolge in spire autentiche di profumo, affetto, ricordi e memorie che sono solo da apprezzare, leggere e rileggere. 
La bravura della Caboni è poi quel qualcosa che incanta, che scalda il cuore e che speri - da lettore - non finisca mai, dato che trovi il tuo posticino caldo, accogliente e familiare, ed essendo tale non vorresti mai lasciarlo e che per fortuna rimane nel profondo del cuore.

Cristina Caboni vive in provincia di Cagliari con suo marito e i loro tre figli. Oltre a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, lavora per l’azienda apistica di famiglia. Un’altra sua grande passione sono le rose, delle quali coltiva una grande varietà di specie. Il mondo dei profumi e delle essenze naturali la accompagna da lungo tempo, e il suo primo romanzo Il sentiero dei profumi vuole essere un omaggio a quanto di più affascinante si cela dietro un odore.

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