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lunedì 24 febbraio 2014

Recensione: "I figli del pozzo di carne" di Vittoria Corella e Federica Soprani




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I figli 
del pozzo di carne
di Federica soprani e Vittoria Corella
Prezzo € 1,99
Pagine 68
Lite editions (Passion)
già disponibile
voto:
3/5 
--o--
















La serie "Victorian" è composta da:

3. I figli del pozzo di carne.


Nella Londra Vittoriana Uomini Neri e Boogeymen esistono davvero. 
I Mostri sono veri e hanno fame. 
Vengono e portano via quelli che hanno più paura. 
Per sconfiggere i Mostri ci vuole coraggio, follia e un pizzico di disperazione. 
Una nuova avventura di Jericho e Jonas nella pancia della Londra più nera.


Considerazioni.
Terzo capitolo della serie "Victorian", incontriamo nuovamente il medium Jericho Marmaduche Shermaldine e l'ex ispettore di Polizia Jonas Marlowe, che, finalmente uniscono le forze ed aprono una propria agenzia di investigazioni, unendo ufficio e abitazione a Fine del Mondo, luogo in cui, come avevamo potutto appurare nei capitoli precedenti, Shermadine viveva con il mago Safire e la sua assistente.
La nuova avventura della nuova società porta i due protagonisti ad indagare presso il Circo Binewski, la ex famiglia del mago, che si trova nei pasticci per via della scomparsa di un bambino che viveva nel circo e che porta i due soci ad indagare in posti diciamo piuttosto particolari come le fogne e conoscere un personaggio sopra le righe come il Re dei Topi (che mi fa venire un brivido lungo la schiena per come viene descritto) e della sua corte. Grande protagonista, come sempre, oltre ai due soci, è poi la città vittoriana di Londra, che è piena di misteri, peccato e omicidi ...

Sebbene questo romanzo coinvolga come sempre Jonas e Jericho, ed in particolare il passato di uno dei due, i due soci non sono approfonditi come nei due racconti precedenti, in quanto la storia ed il caso della scomparsa del bambino, con i conseguenti sviluppi, portano la storia ad essere meno incentrata sulle loro figure e più sulle indagini che questa volta si allontanano dallo sfarzo e dall'alta società di Londra per focalizzarsi sui suoi bassifondi e la "feccia" che la abita. 

Inoltre, a differenza dei capitoli precedenti, questa storia è molto più "forte", cupa, intensa, visionaria (vittoriana), meno spiccatamente sensuale e più brutale, tanto che rimane ben incisa nella mente anche dopo diverso tempo dalla lettura.
Se avete apprezzato i precedenti racconti di questa serie non potrete non rimanere colpiti da questa storia, che secondo me è migliore per trama e approfondimento psicologico dei personaggi, perchè proprio grazie al fatto che li abbiamo conosciuti bene nei capitoli precedenti notiamo una loro evoluzione, una loro maturazione anche per via di quanto accaduto nei primi due racconti (che quindi vi consiglio di leggere in ordine).

Specialmente per  il personaggio di Jonas, sarà una dura prova quella che è chiamato ad affrontare, in quanto ne uscirà in qualche modo diverso, da questa storia, ma sicuramente più consapevole e attento.


Occhio poi alla scrittura, che risulta essere veramente il carattere forte di questi racconti, in quanto la Soprani e la Corella concedono e negano creando una sorta di necessità di leggere, di andare oltre sia con la storia che con i personaggi che risultano misteriosi, intriganti e viene voglia di conoscerli meglio, ma non ci è permesso, non possiamo se non leggendo altre loro avventure, altre loro indagini.

Indagini che non sono affatto facili visto che il mistero è quasi sempre oscuro, cupo, mai del tutto "chiaro" proprio per rendere più intrigante la storia e rendere la vicenda accattivante.

Insomma questo capitolo mi è piaciuto ancora di più, sembra infatti che la Soprani e la Corella sappiano gestire ancora meglio i loro protagonisti e che sappiano come renderli ancor più accattaivanti ed intriganti. Bello.

 


Federica Soprani vive a Parma, sfortunatamente per lei, in questo secolo. Scrivere le è necessario quanto respirare. E da parte di un’asmatica questa affermazione si ammanta di un pathos quasi insostenibile… Tale necessità non sempre riesce a coniugarsi col suo lavoro presso uno studio grafico e con la gestione più o meno rocambolesca di una famiglia che ha più zampe che arti. Ma oltre che vivere occorre sopravvivere. Laureata in lettere moderne, indirizzo Storia del Teatro e dello spettacolo, con un tesi dal titolo "La figura del Vampiro nel Teatro tra '800 e '900". Da sempre coltiva la passione per la lettura e la scrittura. Scrive racconti di vario genere, dall’horror al fantasy. I suoi autori di riferimento sono Angela Carter, Tanith Lee e Paola Capriolo, oltre ai classici dell’800 e ’900. 
Vittoria Corella è uno pseudonimo. La persona che si cela dietro questo nome ha lavorato come giornalista per il Romagna Corriere, il quotidiano più diffuso in Romagna dopo il Resto del Carlino. Vive a Riccione, lavora nel turismo e ha una gatta a tre zampe.

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